Nel tentativo di spegnere l’incendio mettono altra benzina sul fuoco. E’ esattamente ciò che succede in queste ore a proposito della “misteriosa” defenestrazione di Enrico Contardo dalla carica di vicesindaco. Si apprende, infatti, dalle dichiarazioni di Arena e soprattutto del suo ex braccio destro, che la causa dell’ira funesta del sindaco andrebbe ricercata in alcune voci, arrivategli all’orecchio poche ore prima del fattaccio, riportanti il presunto contenuto di apprezzamenti non proprio positivi fatti nei suoi riguardi da Contardo durante la riunione di maggioranza che si era svolta la sera precedente. Contardo in quella riunione non doveva esserci, ma si era presentato lo stesso in sostituzione del capogruppo della Lega impossibilitato all’ultimo momento a parteciparvi. Qualche gola profonda la mattina dopo sarebbe andata da Arena a spifferare tutto, condendo i fatti – questa la tesi di Contardo – con un bel po’ di veleno. Arena non ci avrebbe visto più e da qui la decisione di liberarsi dello scomodo vice.
Adesso tutti tendono a ridimensionare, ma non può sfuggire che se veramente qualcuno si sarebbe inventato cose attribuendole a Contardo ci si troverebbe di fronte a un quadro assai più grave di quello fin qui delineato. Vorrebbe dire che all’interno della maggioranza esistono persone da cui bisogna stare alla larga. Mestatori di professione prestati alla politica, il peggio che si possa augurare a una classe dirigente o presunta tale. Significherebbe che la maggioranza è – come in effetti è – letteralmente a pezzi e dunque è impossibile aspettarsi qualcosa di buono.
Sembrerà provocatorio, ma non lo è: per la città e per i viterbesi, ma anche per i protagonisti di tutto questo “giallo”, sarebbe meglio sapere che Contardo ha parlato male di Arena (a torto o a ragione poco importa) piuttosto che apprendere che in giro, in mezzo a loro, c’è gente che si inventa chiacchiere e mette zizzania. Questo vorrebbe dire infatti che a questo punto dobbiamo tutti stare molto attenti quando per i più svariati motivi dovessimo venire in contatto con qualcuno dell’amministrazione. E soprattutto che, visti i presupposti, saremo condannati al caos finché non finisce il loro mandato.