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Home » Politica » Addio Pd. Dolore e rabbia di chi se ne va per mancanza di agibilità politica

Addio Pd. Dolore e rabbia di chi se ne va per mancanza di agibilità politica

9 Novembre 2019

Se uno dei fondatori del Pd viterbese, ultimo segretario della Margherita, Angelo Allegrini, decide di andarsene e di aderire a Italia Viva è di tutta evidenza che la deriva presa dal partito è molto preoccupante. Deriva ideologica, certamente, dato che la gestione del Pd post Renzi è stata caratterizzata, ormai è chiaro a tutti, dal tentativo di restaurare il vecchio Pds. Un tentativo, come si vede, ben riuscito e infatti sono state messe a tacere tutte le altre anime di quello che, nel disegno di Veltroni, sarebbe dovuto diventare un movimento progressista e plurale in grado di fare da argine alla destra. Così purtroppo non è stato e quanto fatto da Allegrini suona come un sinistro campanello d’allarme per chi resta. Messi a tacere i popolari, cioè l’anima moderata e democristiana, il Pd non poteva diventare altro che una rivisitazione in chiave 2.0 dei partiti post comunisti. Inaccettabile per chi, della tradizione cattolica e popolare, sognava un soggetto plurale, sociale, nel senso di vicino al popolo, ancorato nella tradizione cattolica di un’Italia che così perde invece l’occasione di rinnovarsi. Non va lontano un Pd che cerca di rimettere insieme tutti i cespugli nati dalla diaspora dell’ex Pci, non intercetta le istanze della rinnovata società italiana. Per i popolari moderati era inevitabile perciò che si aprisse un dolorosa fase di ripensamento come dimostra appunto la vicenda Allegrini. Vedremo ciò che sarà di questo processo nei prossimi mesi, per ora non resta che prendere atto di un atteggiamento, da parte degli ex Pds, che nonostante tutto continua a voler soffocare tutto ciò che non appartiene alla sua tradizione.

“A distanza di oltre due settimane dall’evento della Leopolda e della nascita di Italia Viva, da neo iscritto, credo che sia ormai tempo di prendere l’iniziativa perché anche a Viterbo si definisca e si strutturi l’organizzazione del nuovo partito guidato da Matteo Renzi”, dice Allegrini. Che aggiunge: “Purtroppo la progettualità ambiziosa, lentamente ma inesorabilmente, è stata dapprima annacquata e successivamente sostituita da una politica quasi esclusivamente autoreferenziale e orientata alla tutela di specifici ed ambigui interessi di parte. Il Pd è diventato il partito della conservazione ed i suoi attuali dirigenti si sono dimostrati pronti a tutto pur di restare aggrappati al potere e chissà a cos’altro”.

“Italia Viva è nata proprio per questo – sottolinea Allegrini -. Per riprendere un cammino di riforme interrotto da lobbies e conventicole legate a miriadi di micro e macro interessi che è ora che lascino il passo a chi ancora crede agli ideali traditi da tanti professionisti della politica. Non parlo pensando che a riprendere quel cammino debba essere io che ho quasi 60 anni e faccio politica da quando ne avevo 16; non coltivo interessi personali, non ho tempo né desiderio di rimettermi in prima fila, ma credo che l’Italia abbia bisogno di una prospettiva per  il futuro e che vi sia l’obbligo morale di impegnarsi per garantire un avvenire ai nostri figli E’ dunque per passione civile che sento il dovere di mettere a disposizione la mia esperienza per organizzare il partito a Viterbo, perché Italia Viva con la sua visione orientata al futuro può davvero rappresentare la novità di cui tutti hanno bisogno”.


“I temi, anche locali, su cui impegnarsi non mancano -argomenta l’ex segretario della Margherita -. Dalla morte del centro storico di Viterbo, ormai ridotto ad una sorta di cimitero, al problema del glifosato, dei veleni e della monocoltura estensiva che, assieme ai progetti di mega impianti fotovoltaici e di altre fonti energetiche, hanno già stravolto l’aspetto del nostro territorio; dal problema dei rifiuti o della gestione dell’acqua e del carrozzone Talete a quello della sanità, che, specialmente dopo la dura accusa del presidente dell’ordine dei medici, non c’è bisogno di spiegare perché tutti sanno come funzionano le cose alla Asl di Viterbo e nella nostra regione. Senza dimenticare i grandi temi nazionali della difesa della famiglia, della giustizia bloccata, della scuola, delle infrastrutture e dell’ambiente, sono sicuro che su questi argomenti specifici possiamo trovare largo consenso e già da adesso, prima che Italia Viva si strutturi, voglio lanciare un appello.

“Penso che vi sia tanto spazio – è l’appello di Allegrini -, soprattutto per i giovani, perché dovranno essere loro il nerbo su cui il nuovo partito dovrà svilupparsi, ma anche per tutti coloro non si riconoscono più in una politica fatta solo di slogan o di potere. Penso a tanti amici che hanno militato con me nelle fila del Ppi e della Margherita che si sono disimpegnati e allontanati per mille motivi e ragioni. Penso a Luisa Ciambella,  che si è trovata a combattere una battaglia di civiltà a tutela della salute e dell’ambiente praticamente in solitudine, o ad un Aldo Fabbrini, che dopo tanti anni di impegno amministrativo non possono trasmettere la loro competenza perché chiusi e circoscritti in un recinto ideologico che non lascia respiro. Penso a figure nuove, anche civiche, che si sono affacciate nell’ultimo decennio nella vita politica amministrativa viterbese, portatrici di una visione che non poteva essere capita da chi continua a guardare indietro. Penso a quei tanti militanti di sinistra che hanno sempre combattuto in difesa dei diritti dei più deboli e oggi non credono più a giustificazioni d’ogni tipo usate per rimandare ogni volta il momento delle scelte a favore di chi ha bisogno. Penso ai moderati centristi e liberal che non si trovano più nelle parole d’ordine sovraniste che mettono a repentaglio la sicurezza delle strutture economiche e l’efficacia delle procedure democratiche costruite nella storia della nostra Repubblica. Ma penso anche al mio amico di ieri, di oggi e di domani, Giuseppe Fioroni che spesso si è trovato costretto a tirare il freno a mano per cercare di mantenere quello che non era invece possibile far durare ed oggi si ritrova in un partito antico, ingessato e distante dai veri problemi locali. A lui e a tutti gli altri io dico che quello che veramente conta e che sarà riconosciuto dagli elettori, è la voglia di pensare al futuro delle nuove generazioni, il desiderio di lasciare spazio ai giovani e il non avere paura del cambiamento”.

“Solo se saremo capaci di cambiare – conclude Allegrini – potremo infatti invertire la rotta che sta portando l’Italia e Viterbo verso il baratro; su questo impegno, io, sono disposto a metterci la faccia e per questo ho già contattato tramite amici comuni quella straordinaria figura che è la ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova che ha già dichiarato la sua disponibilità a venire al più presto a Viterbo per discutere con noi e non soltanto del tema dei pesticidi. Con lei si parlerà di veleni e glifosati, si discuterà di monocoltura e di nocciole ma, soprattutto, parleremo di futuro”.

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