No comment. Nessuno parla. Nessuno spiega quali siano le vere ragioni che hanno spinto il sindaco Giovanni Arena, che non è un cuor di leone, a revocare la delega di vice a Enrico Contardo.
Si fanno trapelare alcune indiscrezioni, che non sembrano però credibili. Tutta roba messa in giro apposta per depistare. Come quella secondo cui a Contardo sarebbe stato rinfacciato un articolo di Paolo Gianlorenzo, sul sito etrurianews, frutto di una presunta spiata che avrebbe fatto al giornalista, passandogli la copia della delibera cosiddetta salva Caffeina. Molto singolare se le cose stessero davvero così, dato che, lo sanno tutti, di gole profonde Palazzo dei Priori è pieno. Altro che Gianlorenzo e Contardo.
Un’altra versione dei fatti vuole Arena fuori di testa per essere stato insultato durante la riunione di giunta che si è tenuta martedì sera. Ma vi pare credibile? Conoscendolo, si sarebbe mosso così se non fosse stato o spalleggiato o se la partita che si sta giocando non andasse oltre le apparenze?
Bocce cucite in ogni caso sia in casa Lega che in casa Forza Italia. La consegna del silenzio e totale, consapevoli, tutti, del rischio che stavolta si corre di far ridere (o incazzare) mezza Viterbo. Sempre la favolistica vuole che Arena avesse chiesto di toglierli tutte le deleghe facendolo fuori completamente, ma dopo una telefonata con il senatore Umberto Fusco avrebbe fatto un passo indietro.
Di certo, in attesa di saperne di più, c’è che nella Lega l’ex vicesindaco avrebbe perso il sostegno di una parte dei “suoi” consiglieri (il gruppo dei giovani) tanto da considerarsi amico, al momento, del solo Stefano Caporossi. Da qui il “coraggio” di Arena nel cacciarlo. Tanto “coraggioso”, il sindaco, da essersi prima sincerato del fatto che, compiendo il grande gesto, non avrebbe rischiato nulla e anzi avrebbe fatto felice qualcuno. Da qui anche l’imbarazzo del senatore Fusco, che si ritrova a gestire un gruppo consiliare disomogeneo e fin troppo variopinto, il che, se è vero che sarebbe fisiologico per qualsiasi partito cresciuto troppo in fretta come la Lega, rischia a questo punto di diventare molto pericoloso.