Esisterebbe una condotta gestionale massonico-politica che, nell’ambito dell’Azienda sanitaria viterbese, premia più l’appartenenza ad una ben determinata area che il merito, arrivando financo ad ostacolare, irridere e minacciare sanzioni disciplinari senza motivo alcuno a chi non si adegua a questa logica perversa.
Sono le accuse pesantissime lanciate dal presidente dell’Ordine dei medici, Antonio Maria Lanzetti, tramite una lettera ad alcuni organi di informazione.
Lanzetti prende le mosse dal caso Castagnaro, il quale, in questi giorni apparso sui media locali, impone una riflessione circa l’opaca gestione della sanità viterbese. Non a caso – continua – la nostra sanità si trova agli ultimi posti della graduatoria nazionale.
Il professionista sollecita quindi i giornali a promuovere un pubblico dibattito al fine, da una parte, di far emergere nei nostri concittadini la coscienza di poter esercitare un diritto sacrosanto come è la salute e, dall’altra, stimolare quella onestà intellettuale attualmente latitante in coloro che dovrebbero promuovere e facilitare percorsi in soggetti fragili.
Quello sollevato su Castagnaro dalla Cgil (ricordiamo che il sindacato ha chiesto di sapere come mai il noto ortopedico continui ad operare a Montefiascone nonostante sia in pensione dal primo agosto) non è in realtà che l’ultimo caso venuto alla luce sulla sanità viterbese. Negli ultimi tempi, e anche molto recentemente, dagli organi di informazione ne sono stati infatti sollevati anche degli altri. Eppure, nessuna smentita o chiarimento è giunto dalla direzione aziendale, né risulta che siano state avviate attività conoscitive da parte di altre istituzioni. Non ci si può non chiedere allora come sia possibile che tutto, al di là della fondatezza o meno delle critiche sollevate, a Viterbo debba finire nel dimenticatoio. Non ci si può non interrogare sul muro di gomma che ogni volta viene eretto da questo o quello.
Ci sono delle accuse precise, circostanziate, partite dagli organi di stampa, dai sindacati e adesso addirittura dal presidente dell’Ordine dei medici. E’ un diritto avere riposte. Ed è un dovere, per la Asl, far sapere come stanno le cose, così come è un dovere di tutti andare fino in fondo. I cittadini hanno il diritto di sapere se le denunce fatte sono fondate o magari no. Hanno il diritto di conoscere tutta la verità.