Da huffingtonpost.i riprendiamo e pubblichiamo un intervento di Giuseppe Fioroni
di Giuseppe Fioroni
Ininfluenti o marginali, in realtà, i tanto bistrattati cattolici democratici non sono. Poiché non ha riscontri oggettivi, la tesi alimenta un pregiudizio. Il problema semmai è che appaiono frastornati, essendo il loro rapporto con il Pd meno “fluido” rispetto al passato. Tant’è che riemerge la suggestione di un partito a base valoriale cristiana, evidentemente per colmare un vuoto di rappresentanza. La proposta del prof. Zamagni muove in fondo da questa consapevolezza critica.
Ora, se il Pd lascia trasparire indifferenza, come se non fosse vitale l’apporto dei cattolici all’esperienza del partito, fatalmente si dilata questa esigenza di un’alternativa. In effetti, sguarnire la frontiera del cattolicesimo popolare e democratico, equivale a indebolire la politica di contrasto alla pericolosa avanzata del sovranismo. Intanto si cerca di emendare Salvini dalle sue magagne, anche se imperdonabili. Non dovrebbe sfuggire a nessuno che cresce in alcuni ambienti – le affermazioni di un alto prelato come Ruini ne sono viva testimonianza – il desiderio di offrire una piattaforma di atterraggio per le sue roboanti trasvolate nei cieli corruschi della xenofobia, dell’odio sociale, della esaltazione corporativa di determinati interessi e dell’avversione per l’Europa.
Certo, la semplice contrapposizione alla destra può deragliare nello schematismo, al solito più fragile di quanto si creda, che dispone a specchio la sinistra contro la destra. In questo caso, come insegna l’esperienza, la “maggioranza naturale” del Paese si raccoglie sotto le bandiere della destra. Da ciò deriva la preoccupazione che porta a identificare, proprio sul terreno dell’alternativa alla destra, la necessità di un’ampia convergenza delle culture politiche di origine e vocazione riformatrice. Pertanto, con centrosinistra denominiamo non già l’unione di due categorie astratte, dove per altro il centro finisce per somigliare a un luogo di vaga moderazione, ma l’articolazione di una politica di solidarietà e progresso in senso più armonico ed equilibrato.
È la forza della motivazione cristiana, di segno democratico, a rendere competitivi il partito e la coalizione anti-sovranista. Per questo appare più che auspicabile il rilancio nel Pd della riflessione sul ruolo e il contributo dei cattolici. In generale, quanto più s’immiserisce il connubio tra democratici di sinistra e democratici di centro, tanto più s’appanna la capacità di irradiazione ideale del cattolicesimo politico. Ma di conseguenza s’appanna anche la funzione essenziale del Pd come forza motrice del cambiamento, in alternativa a Salvini e alla stretta cerchia dei suoi alleati. Occorre riprendere a pensare al modo in cui la collaborazione tra diversi consenta di valorizzare le specificità di ognuno, all’occorrenza obbligando il Pd a rimettersi liberamente in discussione.ALTRO: