Enti locali sul piede di guerra contro la decisione del Consiglio dei ministri del luglio scorso di autorizzare la costruzione di un impianto geotermico a Castel Giorgio. Dopo le riunioni, la costituzione dei comitati e le note stampa arrivano infatti le azioni legali. Quattro i ricorsi al Tar presentati negli ultimi giorni. Tra essi quelli della Regione Lazio e della Regione Umbria, che sostengono di essere state lese nei propri diritti costituzionali.
Altri ricorsi sono arrivati da otto Comuni del comprensorio del lago di Bolsena e dell’Alfina, tra cui Montefiascone, Castel Giorgio, Acquapendente, Bolsena, Orvieto, Grotte di Castro, Allerona e Castel Viscardo. Ad assisterli l’avvocato Michele Greco, esperto in diritto dell’ambiente. L’intento è quello di bloccare il progetto viste le possibili ricadute sull’ecosistema lacustre e il rischio sismico connesso alle estrazioni di materiale geotermico.
Tecnicamente i ricorsi si basano su un presunto conflitto d’attribuzione tra Stato e Regione, ma anche su presunte carenze istruttorie, omissioni e sottostime dei rischi da parte delle commissioni governative che hanno deciso a favore dell’impianto. Alla preparazione tecnico-scientifica dei ricorsi hanno partecipato importanti esperti e scienziati che hanno sostanziato i gravi rischi per la salute delle popolazioni, per le acque e per i territori derivanti dal possibile impatto di questo tipo di impianti in una zona sismica e geologicamente complessa come l’Alfina e il lago di Bolsena.