“Siamo ai titoli di coda della ferrovia Roma Nord”. E’ l’allarme lanciato dal Comitato pendolari e dall’Associazione Trasportiamo. I quali denunciano: “Mentre l’Osservatorio di vigilanza, composto da Regione Lazio, Atac e sindaci dei Comuni interessati nella tratta extraurbana, si riuniva per analizzare le problematiche denunciate, l’Ansf (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie) aveva già calato la mannaia su questa tratta da almeno 15 giorni”.
Di fatto, l’Agenzia che vigila sulla sicurezza delle linee ferroviarie italiane il 14 ottobre scorso ha indirizzato una corposa nota alla Regione Lazio per chiedere conto delle soluzioni adottate rispetto alle direttive entrate in vigore sulla Roma Nord dal 1° luglio 2019. Il mancato soddisfacimento di tali prescrizioni, inerenti la circolazione treni – è in pratica la determinazione dell’Ansf comporta la chiusura della ferrovia. Fino a quando non si faranno i lavori adeguati per mettere tutto in sicurezza, come chiesto da anni.
“Stiamo quindi rischiando – sottolineano preoccupate le due associazioni – da un giorno all’altro di non veder partire più treni dalle stazioni e così diciamo addio ai raddoppi, alle innovazioni, ai nuovi treni, ai sogni di gloria tanto sbandierati dalla Regione Lazio nei suoi recenti incontri. E che ne sarà del destino dei pendolari? Tutti con l’automobile sulla Flaminia, sulla Cassia e sulla Tiberina per muoversi? Oppure tutti in autobus? Bella prospettiva di mobilità sostenibile, nel 2019. Se dovesse accadere l’irreparabile sappiamo che il primo responsabile è l’ente proprietario, quindi la Regione Lazio, poi viene l’Atac nella sua manifesta incapacità di gestire una ferrovia”.
“Chi ottusamente dice – concludono le associazioni dei pendolari – che non gli interessa l’argomento è perché non la usa o perché va in auto. Ma fa un grandissimo errore di valutazione perché la ferrovia potrebbe servire ai suoi figli o nipoti in futuro per spostarsi per studio, oppure per lavoro… e comunque tutti in automobile sulla Flaminia non ci stanno. I sindaci dei Comuni dovrebbero abbandonare un inutile Osservatorio, fatto ad arte (a questo punto) per tenerli buoni in attesa del peggio, e mettersi in testa ai cortei di protesta, a manifestare a fianco dei propri concittadini e pendolari perché la ferrovia Roma Nord è patrimonio di tutti e senza di essa si distruggerà in pochi anni il tessuto sociale e produttivo costruito con tanto tempo e fatica, proprio grazie a questo servizio”.