“L’affidamento diretto (10 mila euro) per il servizio informatico del settore bilancio andava bloccato”. Torna sul caso, sollevato in Consiglio comunale a luglio, il capogruppo del Pd, Luisa Ciambella. A darle ragione è stata l’Anac, a cui il Comune, sollecitato dalla stessa Ciambella, nelle settimane successive chiese un parere.
L’Anac per la precisione ha risposto che “la fattispecie in oggetto non riveste particolare rilevanza sotto il profilo della novità perché questo ente si è già espresso su questo ambito”. “Sostanzialmente – sottolinea Luisa Ciambella – l’Autorità anti-corruzione ha detto che l’amministrazione comunale doveva agire autonomamente, rispettando gli atti approvati e i principi fondamentali dell’agire della pubblica amministrazione, che sono la trasparenza, l’efficienza e l’economicità”.
La Ciambella, durante il Consiglio comunale in cui si discusse della vicenda, al di là del costo del servizio, puntò l’attenzione sul fatto che, trattandosi di un nuovo software gestionale per gli uffici, sarebbe stato più logico per Palazzo dei Priori munirsi di un prodotto uguale a quello degli altri settori al fine di far dialogare (a livello informatico) gli uffici stessi rendendo così più efficiente la macchina organizzativa dell’ente.
A richiedere il parere all’Anac fu il segretario generale. “Io – ricorda Ciambella – avevo chiesto al sindaco e alla segretaria generale di bloccare in autotutela la procedura per rispettare la volontà del Consiglio stesso, che, durante l’approvazione del bilancio, aveva stabilito di seguire la procedura della gara pubblica anche per l’affidamento dei servizi informatici con l’obiettivo di arrivare ad uniformare tutti i settori per garantire ai cittadini l’accesso online a tutti i servizi comunali. Inizialmente – prosegue – non si voleva sospendere la procedura e quindi, vista la mancata volontà a risolvere da soli la questione, chiesi all’amministrazione di rivolgersi all’Anac per un parere. Potevo farlo personalmente nell’ambito delle mie prerogative di consigliere comunale, ma volli che lo facesse l’amministrazione perché emergesse ciò che sospettavo: ossia che dubbi sulla procedura seguita esistevano anche nella maggioranza. Oggi – conclude Ciambella – il sindaco ha la possibilità di dare seguito a quanto deciso dal Consiglio, bandendo una gara pubblica per fare del Comune di Viterbo un ente moderno”.