Addio alle Masse di San Sisto. Sono iniziati infatti i lavori di chiusura del pozzo che fornisce l’acqua alle frequentatissime pozze sulla Cassia. L’azione è avvenuta in esecuzione di una sentenza del 2018, contro la quale nulla hanno potuto fare i ricorsi presentati in questi mesi dall’associazione Antiche Terme Romane e dalla famiglia Balletti proprietaria dell’area in cui si trova la sorgente.
Clima tesissimo tra gli iscritti all’associazione, che tuttavia sono stati allontanati dalla Digos, chiamata per prevenire eventuali disordini. Ciò nonostante, il legale di Antiche Terme Romane presenterà un esposto in Procura perché l’intervento, a loro dire, sarebbe illegittimo. In particolare, secondo l’associazione e i proprietari del terreno, se i lavori verranno effettuati, come previsto dalla Sovrintendenza, in una fascia di 150 metri quadrati al fine di individuare eventuali emergenze archeologiche, l’intervento sarebbe in contrasto con quanto stabilito dal giudice, nel senso che la sua invasività dovrebbe comportare invece l’esproprio dei terreni. Esproprio che ovviamente non c’è. Quantomeno servirebbe un decreto di occupazione temporanea d’urgenza, senza la quale si configurerebbe un reato.
I lavori dureranno una quindicina di giorni e in questo arco di tempo il pozzo sarà chiuso come chiesto dalla società Freetime, titolare della concessione mineraria regionale relativa al complesso termale in costruzione nella vicina località Paliano, che aveva vinto la causa nel gennaio 2018.