Vittorio Sgarbi insiste: vicesindaco Lillo Di Mauro e fuori Felice Casini. A meno che quest’ultimo non faccia dimettere dal Consiglio comunale Matteo Amori (il cognato) e Nunzia Casini. Cosa impossibile.
Ma sul patto contro natura stretto da Sgarbi e Di Mauro prende posizione Rifondazione comunista di Sutri, che ha appoggiato Di Mauro alle elezioni dello scorso anno.
“Nella campagna elettorale del 2018 – scrive il segretario Salvatore Carosi – Lillo Di Mauro si è impegnato a contrastare l’elezione di Vittorio Sgarbi a Sindaco di Sutri. L’esito della consultazione elettorale, con la vittoria della lista Rinascimento, ha prodotto quello che è evidente a tutta la cittadinanza. Una città abbandonata con l’acqua quasi sempre non potabile e con un centro urbano abbandonato a sé stesso senza manutenzione e senza una minima programmazione. In questo quadro politico debole ed inefficace l’opposizione da noi sostenuta in campagna elettorale si è dimostrata debole e non in grado di mettere in campo la necessaria autorevolezza per contrastare duramente il sindaco e la sua maggioranza. Dopo gli ultimi avvenimenti credevamo che fosse giunto il momento di ridare la parola agli elettori per ridare credibilità alla nostra comunità. Invece assistiamo a quello che fin dall’inizio era in gestazione: la minoranza consiliare, votata da circa 1500 cittadini contrari a Sgarbi e alla sua coalizione, apre una trattativa con il primo cittadino per un eventuale ingresso in una maggioranza in cui, oltre ad essere presenti Fratelli d’Italia e dall’esterno la Lega di Salvini, rimangono ben rappresentati punti di vista non propriamente sensibili alla tutela del territorio e dell’ambiente. Questo cambio di paradigma è giustificato da un generico ‘per il bene di Sutri’ e con un giudizio sostanzialmente positivo dell’operato del sindaco. In considerazione di ciò il circolo di Sutri di Rifondazione comunista esprime tutta la sua ferma ed intransigente contrarietà a questa operazione destinata a non produrre alcun beneficio alla cittadinanza favorendo soltanto la già preoccupante disaffezione alla politica”.