Viterbo e il Lazio hanno un nuovo Testo unico del commercio. E’ stato approvato dopo vent’anni dal Consiglio regionale del Lazio nel pomeriggio di giovedì. Il testo svecchia la normativa preesistente con una nuova disciplina che punta alla semplificazione amministrativa e agli incentivi.
“Incentivi per le attività commerciali, strumenti di tutela del lavoro e misure per la lotta all’abusivismo e alla contraffazione sono i pilastri di questo importante provvedimento”, è stato il commento del presidente Nicola Zingaretti, il quale ha aggiunto che si tratta di “una riforma attesa, che per tanto tempo è rimasta ferma e che finalmente è stata approvata”. Il voto è arrivato dopo le audizioni delle associazioni di categoria, le istituzioni locali e dopo un lungo lavoro tra commissione e aula: “Con questo strumento normativo-continua Zingaretti- diamo seguito alle esigenze e alle richieste avanzate dai lavoratori del commercio. In particolare, alle piccole attività commerciali che in questi anni hanno sofferto di più della crisi economica del nostro territorio. Voglio ringraziare infine il Consiglio regionale per il grande lavoro svolto”.
Il Testo unico del commercio approvato disciplina tra le altre cose l’apertura di temporary store e gli outlet. Su richiesta delle associazioni di categoria, per far fronte alla concorrenza selvaggia, vengono dettate anche norme rigide sui saldi, con relativo inasprimento delle sanzioni e divieto dei presaldi. L’aspetto più saliente della Tuc è però la semplificazione riguardante la Sia (la dichiarazione di inizio attività), che renderà più snello il processo burocratico per le nuove aperture. Norme ad hoc sono previste per la tutela dei centri storici delle città e il contrasto all’abusivismo.
Per gli ambulanti, chi non vedrà la possibilità di essere ricollocato in un nuovo stallo il Tuc prevede un indennizzo economico, altrimenti il finanziamento di una nuova attività o una nuova licenza. Viene messo un tetto anche per il numero di licenze facenti capo ad un singolo soggetto con un massimo di 10 a livello comunale sopra i 50mila abitanti, 5 al di sotto. Inoltre, per far fronte alla moria delle edicole per la prima volta vengono inserite norme a sostegno degli edicolanti, che potranno vendere altra tipologia commerciale per il 40% della superficie.