Continua ad essere teso il clima negli uffici comunali a causa del braccio di ferro che vede contrapposti da una parte i dipendenti e dall’altra il Comune. L’oggetto del contendere sono i premi di produttività dell’annualità 2018, ad oggi non ancora pagati, e il salario accessorio, sul quale la giunta Arena non ha stanziato fondi. Ad aggravare la situazione gli scatti di anzianità bloccati da vent’anni.
Martedì si è svolta un’assemblea sindacale, “la più partecipata degli ultimi anni” – hanno sottolineato tutte le sigle – a dimostrazione del fatto che i dipendenti sono insofferenti a questo stato di inerzia. “Sono soldi che ci si siamo guadagnati e che ci spettano”, è il grido unanime di tutti loro, che lamentano disagi anche e soprattutto a causa delle carenze di organico e della mole di lavoro crescente. Tra mancate assunzioni (problema annoso che va avanti da tantissimi anni) e quota cento, gli uffici si sono svuotati, trasformandosi in un inferno per i pochi che sono restati. Di certo, quelle nuove 39 assunzione annunciate, che nella migliore delle ipotesi avverranno a fine primavera 2020, non alleggeriranno la mole di lavoro se si considera che solo nell’ultimo anno se ne sono andati in pensione circa 30 persone e molte altre lo faranno nel 2020.
“Il personale è arrabbiato e tanto – dice Mario Trapè della Cisl – per la carenza di organico che è diventata cronica. Non si riesce a svolgere i servizi perché la gente va in pensione e le procedure per le assunzioni non vanno avanti. L’umore non è buono perché appunto le assunzioni non si fanno e i compiti da svolgere aumentano. C’è un aggravio dei carichi di lavoro, non sono state fatte le schede di valutazione e quei quattro soldi che deve dare l’amministrazione ancora non si vedono. Non si può andare avanti così”.
“Ecco perché – chiude Trapè – stiamo procedendo con una serie di azioni, su cui tutti i sindacati sono d’accordo, per incalzare l’amministrazione affinché chiuda questa partita quanto prima”.