Dal 4 luglio scorso non se ne parla più. Tutto tace sulla centrale a biogas in cantiere a pochi passi dal centro abitato di Grotte S. Stefano. Quel giorno tantissimi abitanti del ex-comune si erano riversati nella sala d’Ercole ad un consiglio straordinario, accolti dal clamore della politica plaudente, a manifestare le loro perplessità contro la costruzione di un “pericolo” a pochi passi da abitazioni e scuole.
Allora si parlò di problemi sanitari, traffico veicolare in aumento, per un impianto che non aveva nessuna ricaduta economica e occupazionale nel territorio. Per una frazione già depauperata dalla presenza di Casale Bussi a pochi passi.
Per un po si accesero i riflettori e la frazione fu presa d’assalto da consiglieri e assessori rampanti pronti a cavalcare l’onda. Quella volta il progetto fu “rimandato”, su iniziativa della consigliera Pd Luisa Ciambella, in Regione per la VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale). Un modo per prendere tempo e pianificare, il commento di molti consiglieri di maggioranza, la possibilità di fare o no in quel sito l’impianto. Ma la politica ha la memoria corta si sa. E dopo il clamore iniziale presto i riflettori “mediatici” si sono spenti e i politici a quel punto hanno deciso di girarsi dall’altra parte.
Ora il biogas a Grotte non fa più gola a nessuno, e proprio per questo non se ne parla più. Ma sembrerebbe che qualcosa sotto si muove, e che il progetto iniziale sarebbe stato in qualche modo rivisto per renderlo attuabile nonostante le opposizioni. Per ora dal Comune non si sa niente, nonostante che alcuni membri della maggioranza in quel consiglio avevano rassicurato la popolazione dicendo: “Seguiremo personalmente la pratica impegnandoci a riferire con trasparenza alla popolazione ciò che accade”. Solo che da allora non si sa più nulla e su quel Biogas aleggia il massimo riserbo.