Sancita nero su bianco la morte del centro storico con il Patto della notte sottoscritto martedì tra le associazioni di categoria e il Comune. Così è con la chiusura delle serrande dei locali entro le 24, a meno che non si richieda una deroga per stare aperti un’ora in più. Ciò deve avvenire però a patto di specifiche garanzie su musica alta, schiamazzi e vendita di alcolici.
Il problema è che non si capisce neanche quali sono i parametri da prendere in considerazione. Né a chi spetta valutare se le regole vengono rispettate o no. Chi deve intervenire? Un ente, le forze dell’ordine o i semplici cittadini attraverso le segnalazioni? In questo ultimo caso si rischia la paralisi: mi stai antipatico o sei un mio concorrente, bene ti segnalo così il Comune ti revoca la deroga. E’ chiaro insomma che senza un’autorità terza che controlli e giudichi c’è il pericolo di mettere a rischio la libera attività imprenditoriale di chi ha investito in centro.
C’è anche chi pensa che il Comune abbia lasciato un certo margine di indefinitezza per esercitare al meglio il suo peso politico. Verità? Fantasia? Certo è che i gestori, per contenere le segnalazioni che sicuramente arriveranno in Comune, prima o poi saranno costretti ad andare a “raccomandarsi” al politico, che, “commosso” dal pianto, potrebbe chiudere un occhio. E’ chiaro che tutto ciò alla lunga rischia di rendere sempre appetibile il centro, a favore di altri posti. Con investimenti che vanno in fumo.
C’è chi non ci sta ad accettare tutto ciò, come i titolari del locale Settantastette, che su Facebook scrivono: “Mezzanotte solitamente è un momento di festa. Si festeggiano i primi di ogni anno, i compleanni, l’inizio di un nuovo giorno. Noi invece a mezzanotte, a partire da oggi e salvo eventuali deroghe concesse in futuro dal Comune, dovremo chiudere le nostre porte. Nonostante siano state comunicate le nostre ragioni, e le difficoltà che dovremo affrontare da oggi in avanti, questa sembra essere la nuova norma per noi e per tutti i locali della zona di San Pellegrino”.