Sottoscritto a Palazzo dei Priori il Patto per la notte, che consentirà agli esercenti del centro storico di ottenere deroghe alla chiusura entro le 24 a fronte di specifiche garanzie su musica alta, schiamazzi e vendita di alcolici. Si è arrivati a questo accordo nella cornice di un clima teso che ha visto titolari dei locali da una parte e Comune dall’altra impegnati in un duro braccio di ferro a causa delle rivendicazioni dei proprietari di case e bed and breakfast.
Lo scontro è terminato. Ma non terminano le polemiche. Molti esercenti si dicono penalizzati da una norma che mette limiti solo a una parte della città, ovvero il quartiere di San Pellegrino. La misura è stata voluta e caldeggiata dall’assessore allo sviluppo economico Alessia Mancini per “proteggere” appunto gli abitanti del centro storico. Le contestazioni arrivano da più parti: secondo molti, il pugno duro messo in campo da Palazzo dei Priori contro la movida svuoterà il centro storico, sancendone la definitiva morte. Che al centro la situazione sia arrivata ad un passo dal baratro lo certificano d’altra parte le tante insegne affisse sulle serrande dei negozi con scritto “vendesi” o “affitasi locale commerciale”. Per molti investire nel centro storico non ha più senso perché la gente il centro non lo frequenta più.
Ma al Comune si è pensato di procedere comunque mettendo in campo una tenue mediazione. A firmare il patto sono stati il sindaco Giovanni Arena e i rappresentanti delle associazioni di categoria: Vincenzo Peparello di Confesercenti, Andrea De Simone di Confartigianato, Giancarlo Bandini di Confimprese, Luigia Melaragni di Cna e Maria Rosaria Costantini di Confcommercio. Dal 1° ottobre l’orario di chiusura è fissato alle 24 nella zona fucsia di San Pellegrino e alle una in tutto il resto di Viterbo. Nei fine settimana, venerdì, sabato e domenica, i locali della zona fucsia potranno chiudere, su istanza, un’ora più tardi. Ma come detto a patto di garantire la quiete a chi dorme.