Davvero una brutta figura, in commissione, per Paolo Bianchini e altri personaggi della maggioranza che avrebbero voluto punire Fabrizio Purchiaroni per essere passato all’opposizione. L’accusa era di aver avuto rapporti professionali con Viterbo Ambiente. Come si ricorderà, il capogruppo di Fratelli d’Italia nei mesi scorsi aveva sventolato in aula, a mo’ di trofeo, un documento dal quale risultava che Purchiaroni aveva progettato l’innalzamento dell’invaso della discarica di Monterazzano. Incompatibile, dunque, secondo il suo davvero modesto modo di vedere le cose, in quanto da consigliere comunale non avrebbe potuto accettare incarichi lavorativi da un’azienda appaltatrice di un servizio comunale. La verità però è che l’intento di Bianchini è sempre stato solo ed esclusivamente quello di votare la sfiducia a Purchiaroni per sbatterlo fuori dal Comune.
Singolare questo modo di procedere del gruppo dei Fratelli d’Italia se si pensa che, al contrario, durante la passata consiliatura, si opposero sempre con fermezza alla sfiducia contro Chicco Moltoni, lui sì incompatibile dal momento che al Comune doveva (e deve) il corrispettivo del danno erariale per il quale è stato condannato dalla Corte dei conti per la vicenda Cev: 80 mila euro.
In ogni caso, con il passare del tempo le accuse contro Purchiaroni si sono sciolte come neve al sole fino all’epilogo toccato i commissione quando anche altri consiglieri della maggioranza hanno dovuto ammettere che ci si era spinti troppo in là, motivo per cui la proposta di sfiducia è stata rigettata. Tra l’altro, particolare non secondario, la strada intrapresa da Bianchini per attestare l’incompatibilità di Purchiaroni – inesistente in quanto i rapporti con Viterbo Ambiente sono stati sporadici e non continuativi – avrebbe comportato per l’amministrazione costi altissimi che sarebbero ricaduti sui cittadini.
Durante il dibattito in commissione tra le fila della maggioranza se ne sono, tuttavia, viste di tutti i colori. E’ il caso dello squallido teatrino messo in scena da Sergio Insogna – un uomo buono per tutte le stagioni dati i continui cambi di casacca da destra e sinistra a cui ci ha abituati – che ha schernito la minoranza inveendo, con fare da bar, contro Luisa Ciambella e la passata amministrazione. Forse credendosi divertente, ha cercato di ricordare alla Ciambella quando durante la scorsa legislatura l’allora maggioranza fu battuta nella votazione sulla sfiducia a Moltoni. Al che non sono mancate le risate di giubilo dei suoi scagnozzi, ma la risposta dell’ex vicesindaco, che non ha mai perso la calma, è stata precisa: “Non è una cosa di cui andare fieri visto che in quel caso c’era una sentenza passata in giudicato e la legge, almeno dal mio punto di vista, si applica sempre e a tutti, maggioranza e opposizione”.
L’atteggiamento di Insogna, Bianchini & C. è stata dunque la riprova che l’accusa mossa contro Purchiaroni non è stata altro che un tentativo di caccia alle streghe e che la voglia di applicare la legge come si deve non appartiene a questa sgangherata maggioranza. Nel suo non “brillante” intervento, Insogna si è infatti dimenticato di spiegare a che punto stanno le sanzioni che alcuni ex amministratori, tra cui qualcuno parlamentare, devono versare nelle casse di Palazzo dei Priori. Un vuoto di memoria o memoria selettiva?