Ripreso a pieno regime il Consiglio comunale. Al vaglio l’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche, ma è stata subito bagarre. A sollevare il velo sulle incapacità dell’amministrazione Arena c’ha pensato Luisa Ciambella, che ha fatto notare alla giunta come, in base alle nuove normative, vanno tolte dal piano tutte le opere senza copertura finanziaria, dunque irrealizzabili.
In altri termini, ha detto Ciambella, è inutile mantenere sulla carta opere che non vedranno mai la luce, perché ideate magari 20 anni fa quando bastava un semplice progetto di fattibilità. Oggi la legge prevede di poter inserire solo ciò che è progettato, finanziato e subito cantierabile. “E’ un atto di sincerità nei confronti dei cittadini – ha sottolinea la capogruppo dem – che si ritrovano a leggere un piano e giustamente pensano che le opere che ci sono scritte andranno a compimento nell’arco dei 3 anni. Ma non è così, bisogna essere trasparenti con la città. Ormai il piano triennale del Comune di Viterbo è diventato il libro delle favolette, ma la storia va cambiata, ne va della credibilità dell’amministrazione dinnanzi ai cittadini”. “.
La proposta è calata nell’aula creando lo sbigottimento più totale. La segretaria generale ha subito scrollato le spalle, dicendo che non era la sua materia e ha lasciato parlare la ragioniera capo Ivana Rasi, che sostanzialmente ha dato ragione alla Ciambella. La quale a quel punto, visto che per l’approvazione del piano non c’erano motivi d’urgenza dettati da perdite di finanziamenti, ha proposto di ritirare la pratica e discuterla una volta perfezionata in commissione. Tanto è bastato per far andare su tutte le furie il sindaco e buona parte della maggioranza che si sono lasciati andare a valutazioni senza senso, abbandonando il piano politico del discorso per virare su quello della maleducazione. La maggioranza evidentemente aveva fretta di chiudere il dibattito e di andare subito al voto, poco gli interessava la trasparenza nei confronti dei cittadini. Per cui il piano è passato, e d’altra parte c’era da andare a cena.