Il consiglio comunale diventa un’osteria: grida e urla, attacchi personali fino a raggiungere metodi anti-democratici. Sul tavolo della discussione come detto c’era il piano triennale delle opere pubbliche ma alla giunta non è andato giù l’intervento di Luisa Ciambella che li aveva colti in castagna. Salgono subito i toni e la maggioranza con in testa il sindaco Arena si scaglia contro l’esponente dem per un intervento legittimo. L’appunto è scomodo per Arena che fa della propaganda del nulla la sua politica primaria. Messo spalle al muro, parte al contrattacco: “Ora sei anche un cultrice della materia?” inveisce contro la capogruppo Pd con toni da bettola di paese.
Ma non basta: si raggiunge anche l’anti-democrazia quando Vittorio Galati, in veste di presidente del Consiglio, in sostituzione di Stefano Evangelista, toglie la parola all’esponente dem e non vuole ridargliela. Una mossa bassa, che scatena l’ira dell’intera opposizione presente, tant’è che interviene a difesa della capogruppo Pd anche Chiara Frontini. La leader del movimento 2020 a quel punto chiede alla presidenza che sia restituita la parola alla Ciambella difendendo lo status del consigliere e la libertà di parola, ma non è così scontato per la giunta Arena. Passano minuti di tensione palpabile in cui la Ciambella ricorda al sindaco che il prezzo della democrazia è quello di ascoltare gli altri. Ma la giunta Arena forse ancora non ha compreso il concetto di “democrazia”.