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Home » Politica » Il Pd metta al centro le persone e non diventi i Ds 4.0

Il Pd metta al centro le persone e non diventi i Ds 4.0

21 Settembre 2019

Le persone al centro della politica, l’etica di Aldo Moro e le prospettive del centrosinistra hanno tenuto banco nella seconda giornata di studi della Scuola di formazione politica organizzata dal Centro studi Aldo Moro a Mugnano in Teverina. 

La mattina ha visto confrontarsi sul valore della legalità e della difesa degli ultimi il consigliere della Corte di cassazione Donatella Ferranti, l’ex procuratore Antimafia Franco Roberti e il parroco don Aldo Bonaiuto della Comunità papa Giovanni XXIII. Il dibattito è proseguito con l’intervento di Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura.

La politica è diventata l’argomento trainante del pomeriggio con il primo intervento dell’europarlamentare Simona Bonafè, vice presidente vicario del Partito socialdemocratico, che ha aperto il dibattito parlando di economia circolare: “Oggi le risorse del pianeta sono diminuite in modo pericoloso e tutti ce ne siamo accorti. Ora bisogna capire come intervenire almeno per arginare questo fenomeno – ha affermato -. Il cambiamento climatico sta impattando in modo pericoloso nel Mediterraneo, in parte nel Sud Europa, ma soprattutto nel Nord Africa continuando a far aumentare le zone desertiche. Se non attuiamo velocemente politiche di salvaguardia ambientale rischiamo di creare danni irreparabili alla nostra e alle generazioni future. Oggi più che mai abbiamo la possibilità di fare questo scatto, ma allo stesso tempo dobbiamo avere la forza di cambiare versante teste e mentalità”.

Sulla situazione del Partito democratico, ovvero sulla scelta di Renzi e sul governo giallorosso, “il Pd – secondo la Bonafè – può ancora avere la possibilità di rivitalizzarsi, sperando che non si imbocchi la strada di riformare sostenendo il ritorno dei Ds 4.0. Altrettanto sono per evitare che il Pd si grillinizzi, penso che questa esperienza possa essere utile per ridare vita alla speranza degli italiani e produca risultati. Mi augurerei che si parli meno di Renzi e più del futuro e delle scelte che questo governo dovrà fare”.

Ermete Realacci cita Aldo Moro e richiama ad una seria idea di futuro trovandosi d’accordo con Bonafè nel dire che il Pd “non deve tornare a parlare con un linguaggio obsoleto, ma nemmeno fare come chi vuole discutere con i gesti e non con le idee e le proposte per il futuro”. 

Profonda l’analisi del Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini che non ha mancato di ribadire la sua posizione contraria alla scelta fatta dall’ex premier. “Questa divisione – ha specificato Guerini – secondo me manca di fondamenta politica. Non c’erano, sinceramente, gli argomenti e le circostanze per dividerci, soprattutto adesso che di fronte abbiamo una sfida che è quella di rimettere l’Italia sulla strada giusta. Non si può sempre pensare di tirare il carro, alcune volte occorre anche spingerlo e creare le condizioni che ci sia quell’unità e quella prospettiva che da tempo ci chiedono i nostri elettori. La decisone è stata assunta, ne prendiamo atto, per il Pd permane un lavoro da fare che continueremo a fare per il bene dell’Italia”

A toccare l’argomento della rappresentanza del Pd è stato Giuseppe Fioroni, che nell’analizzare la necessità di rifondare lo spirito plurale del partito ha ricordato al ministro Guerini il ruolo dei cattolici – moderati e la prospettiva di rappresentarne le istanze nel futuro politico del centro sinistra. 

“Senza la nostra cultura, senza la cultura cattolica democratica che parla al centro moderato riflessivo, non c’è il Partito democratico – ha chiarito Guerini – . Il Partito democratico avrà sicuramente la necessità di fare una larga analisi politica del presente e del futuro, ma credo che debba soprattutto ritrovare e ritrovarsi sui valori fondanti che possano tornare a raccogliere un largo consenso. Oggi abbiamo sicuramente bisogno di un Governo che parli poco e faccia molto e di un partito che parli molto agli italiani per far comprendere lo sforzo che stiamo mettendo in campo”. 

Al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, è stato affidato l’intervento di chiusura dell’approfondimento politico che ha impegnato i tanti giovani e i molti ospiti della Scuola di Formazione Politica. “Troppe volte – ha detto Sassoli – parlando di Europa si comprende quanta distanza ci sia ancora nel percepirne le attività e le azioni. E’ fondamentale dare ai giovani, e non solo, l’opportunità di conoscere l’Europa e approfondirne i meccanismi; è importante pensare e ragionare in modo europeo per progettare il nostro futuro”. Sottolineando il valore che Aldo Moro dava alla persona e all’impegno politico, Sasssoli ha ricordato “Quanto sia concreta ancora oggi la necessità di mettere al centro della politica e delle sue azioni la persona e il bene comune. Noi ci salveremo dando speranze concrete ai cittadini perché solo con la democrazia si possono avere quelle riforme per far vivere meglio le persone. Con la democrazia le persone vanno alla ribalta”. Passaggio finale dedicato alle vicende politiche italiane e alle ultime evoluzioni che hanno interessato il centro sinistra. “Penso – ha chiarito Sassoli – che sia utile che Renzi approfondisca meglio le ragioni che lo hanno portato a fare la scelta che ha fatto. Non credo che la discussione sul fuoco amico si una ragione plausibile. Un riflessione politica che posso definire superficiale quando troppe volte si pensa a se stessi e alle proprie opportunità”. 

Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è stato il protagonista dell’ultimo appuntamento che ha chiuso il secondo giorno di studio della Scuola di Formazione Politica che domani, sabato 21 settembre, alle ore 11, con l’intervento del Ministro per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola trarrà le conclusioni. 

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