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Home » Politica » Entrano in chiesa e rubano le ostie consacrate. Il parroco lancia l’allarme messe nere

Entrano in chiesa e rubano le ostie consacrate. Il parroco lancia l’allarme messe nere

16 Settembre 2019
Il parroco di Vignanello don Roberto Baglioni

Sfondano la porta della chiesa in piena notte. Si dirigono diretti verso l’altare, profanano il tabernacolo e scappano portando via le ostie consacrate. E’ accaduto nella notte tra sabato e domenica nella chiesa di San Sebastiano, a Vignanello, a poche ore dal termine della festività dell’Esaltazione della Santa Croce. Il fatto che non sia stato sottratto alcun oggetto di valore ha subito fatto ricadere i sospetti sul quel mondo nascosto e macabro del “satanismo” dove le ostie consacrate sono un bene ricercato per svolgere le messe nere.

Convinto che le cose stiano in questo modo è il parroco don Roberto Baglioni, che su Facebook parla di “un gravissimo atto sacrilego avvenuto presumibilmente a notte inoltrata. Da mio sopralluogo, presenti i carabinieri e diversi collaboratori, è purtroppo evidente l’intento profanatorio nei confronti di Gesù Cristo realmente presente nel Santissmo Sacramento”.

“Una volta sfondata la porta di ingresso – racconta il sacerdote – sono andati dritti al tabernacolo, scardinando e staccando di netto lo sportello, per sottrarre una pisside piena di Ostie, la teca contenente anche l’Ostia Magna utilizzata per l’Adorazione (e relativa ‘lunetta’). E si sono ben guardati dal disperdere qualche particola. Trovandone alcune in terra avremmo potuto pensare a qualche disperato in cerca di oggetti sacri da rivendere. Tutte sottratte e portate chissà dove, per finalità che possiamo benissimo immaginare e riconducibili direttamente o indirettamente a circoli satanisti: loro ‘ci credono’ alla Presenza di Cristo, in corpo, anima e divinità… ma per dileggiarla nelle messe nere”.

Ad avvalorare la ricostruzione la scoperta che gli altri oggetti mancanti hanno il solo valore – oltre a quello commerciale – di servire tutti per la celebrazione e l’adorazione eucaristica: due ostensori di ottone laccato, un’altra pisside vuota, un camice bianco, una casula verde, carboncini per bruciare l’incenso. Non basta: “Se avessero puntato semplicemente a racimolare oggetti da ricettare a scopo di lucro – sempre il parroco – avrebbero potuto prendere il calice (forse lo hanno ‘confuso’ con la seconda pisside mancante) o i moduli dell’amplificazione. Siamo rimasti tutti sconvolti, abbiamo pianto e pregato”.

Il vescovo, intanto, informato dell’accaduto, ha disposto che non si conservi più la riserva eucaristica in San Sebastiano, fissando fra circa un mese una santa messa di riparazione: “Vigiliamo sulle nostre chiese, vigiliamo sui nostri giovani – è l’appello che il parroco lancia ai cittadini – accostiamoci noi per primi alla fede, una fede più matura, di reale intimità con il Signore, con quel Corpo che qualcuno profana sottraendo ostie e molti cristiani ‘profanano’ non vivendo nella vera relazione con tutti i membri del Corpo-Chiesa e con la docilità ai suoi pastori. La nostra vita è chiamata ad essere eucaristica… siamo noi quel Corpo. Nutriamoci del Corpo, per diventare il corpo dell’amore, fatto carne nella carne di Cristo. Non si faccia allarmismo… ma il Diavolo lavora, subdolo, anche fra noi. Lasciamo che invece lavori in noi lo Spirito Santo, senza spaventarci che la zizzania cresca col grano e senza lanciare anatemi contro nessuno: chi Lo perseguita – meraviglia della grazia – un giorno può diventare o tornare ad essere un fedele discepolo. Preghiamo piuttosto per loro”. 

Le foto parlano chiaro.

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