A Vignanello sono tutti sconcertati per il furto di ostie avvenuto nella chiesa di San Sebastiano. I primi sospetti si sono subito indirizzati verso il sottobosco satanista della provincia, ma non è da escludere che il reato sia stato compiuto a scopo economico. La stampa nazionale parla infatti di un aumento di profanazioni nelle chiese (un episodio pochi giorni fa anche a Castrovillari) da parte di ladri che, noncuranti delle opere d’arte ivi custodite, che difficilmente riuscirebbero a piazzare sul mercato clandestino, vanno dritti al tabernacolo per saccheggiarlo, sottraendo ostie e altri oggetti di scarso valore materiale ma dall’altissimo significato spirituale. Il motivo è presto detto: nell’oscuro mondo di Internet c’è chi pagherebbe oro per avere un’ostia consacrata o una pisside con cui celebrare riti satanici.
Lasciando i normali motori di ricerca, come Google, a favore di altri meno noti ci si ritrova nel deep web, la parte oscura di Internet, appunto, dove il confine tra il lecito e l’illecito è labilissimo. Qui è in vendita di tutto: droghe, veleni, armi, account social hakerati, ecc. Così come sono in vendita oggetti sacri di tutti i tipi: talari, patene, pissidi, corporali, purificatoi e ostie consacrate. Tutta merce che dà vita ad una sorta di ebay dei satanisti. Tra l’altro, vengono effettuate delle vere e proprie aste al rialzo per aggiudicarsi i pezzi di valore da sfruttare per una messa nere o altro. La base d’asta è alta e le ostie arrivano a costare fino a 50 euro l’una. Un mercato sotterraneo, insomma, economicamente vantaggioso e penalmente meno rischioso rispetto a quello della vendita delle opere d’arte trafugate. Destò scalpore ad esempio la notizia della messa in vendita a maggio scorso di ostie consacrate sul sito di e-commerce Esty, un sito in “chiaro” e ben conosciuto, ma scavando si trova di più in profondità e ci si accorge di quanto sia reale questo fenomeno. Del resto l’Internet che conosciamo è solo la punta dell’iceberg di quello che la rete nasconde.