215 persone ricoverate e 6 morti per insufficienza respiratori, danni ai polmoni e vomito. E’ il dato preoccupante di una strana epidemia che sta colpendo gli Stati Uniti causata secondo alcuni esperti dall’utilizzo della e-cig, ovvero la sigaretta elettronica. L’ultimo decesso è stato registrato nello Stato del Kansans circa 3 giorni fa, ma si sta indagando su 450 casi. Le certezze da parte dei medici sono ancora poche, ma dalle notizie rese note dai diversi organi di stampa, sembra che ad accomunare tutti i pazienti ci sia l’uso della sigaretta elettronica, e che, nella maggior parte dei casi, chi ne fa uso sia solito mischiare il contenuto delle cartucce con sostanze sintetiche, marijuana e altre droghe. Per ora non si registrano casi in Italia, ma l’allarme è arrivato e la Regione Lazio si è subito mobilizzata per fare luce sui rischi alla salute per chi ha sostituito la classica “bionda” con lo “svapo”. Infatti, l’assessore Alessio D’Amato ha inviato una nota al presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. D’Amato ha richiesto un report e monitoraggi tecnico-scientifici sugli effetti che la sigaretta elettronica ha su chi la utilizza con specifica attenzione a monitorare statisticamente le fasce della popolazione più a rischio. La nota è arrivata anche sulla scrivania del neo ministro alla salute Roberto Speranza.
L’assessorato alla regione ha spiegato che “nella nota inoltrata all’Iss e al ministero si conferma la totale disponibilità del sistema sanitario regionale del Lazio”, sottolineando che “sin da subito garantiremo ogni supporto utile alla definizione di un quadro di sicurezza per la salute degli utenti della sigaretta elettronica anche in considerazione di quanto sta accadendo negli Stati Uniti”.
L’Istituto superiore di sanità, in risposta, ha dichiarato di “dare la piena disponibilità a collaborare con la Regione Lazio per fornire l’aggiornamento sugli studi attualmente disponibili in letteratura relativi ai rischi sull’uso della sigaretta elettronica”. Garantendo di “implementare, alla luce delle attuali evidenze scientifiche, strategie in grado di attuare le misure di prevenzione più efficaci per contrastare i possibili rischi associati all’uso del dispositivo, in linea con quanto indicato dall’Oms”.