Tra Berlusconi e Toti una guerra tra poveri, sondaggi alla mano, per spartirsi ciò che rimane del glorioso passato politico di FI. Una guerra che ha già fatto il primo caduto: è il gruppo consiliare azzurro in seno alla Regione Lazio, roccaforte berlusconiana fino due lustri fa. L’ora del decesso è scattata alle 13.32 del 10 settembre 2019 e l’arma del delitto è un documento, numero di protocollo 0022400, attestante la fuoriuscita del capogruppo Antonello Aurigemma, del presidente della commissione cultura Pasquale Ciacciarelli e dell’ex vice presidente del Consiglio Adriano Palozzi.
Forza Italia dunque non avrà più il suo gruppo di riferimento al Consiglio regionale del Lazio e i due superstiti dovranno chiedere asilo al gruppo misto. Per ora i vertici del partito non commentano. Ma a spargere aceto sulle ferite ci pensa Adriano Palozzi con una dichiarazione di fuoco ai giornalisti per spiegare che l’uscita da Forza Italia è stato il primo passo. Il successivo sarà la costituzione del gruppo di Cambiamo, la formazione che fa riferimento a Giovanni Toti.
“Si tratta di una scelta sofferta ma inevitabile – dice Palozzi – maturata nel tempo alla luce della preoccupante involuzione in atto all’interno di Forza Italia. Un partito ormai ai minimi storici, dove meritocrazia e radicamento sono soffocati da egoismi e ambizioni personali. Abbiamo provato in tutte le maniere ad approntare quell’auspicato percorso di rinnovamento e radicamento che avrebbe rilanciato FI e lo abbiamo fatto su principi di dialogo e spirito democratico, senza cercare alcuna leadership personale. Ma purtroppo Forza Italia è morta”. I sondaggi in mattinata la davano al 5%, un punto secco in meno rispetto alla precedente rilevazione. Un punto che è andato al movimento totiano.
Per ora commenti a caldo non arrivano neanche dalla Tuscia, ma ciò che succede a livello regionale avrà sicuramente ripercussioni anche nei forzisti locali. Anche perché rimanere in un partito che a stento supererà la soglia di sbarramento non ha più senso.