Una formazione rinnovata per un Trasporto perfetto. Ha funzionato il cambio generazionale che ha visto l’inserimento di 22 nuove leve e l’effettuazione di decine di cambi sotto la Macchina in base alla rivoluzione voluta dal capofacchino Sandro Rossi. Il quale, accantonate le polemiche dei giorni scorsi, è stato il vero trascinatore della Macchina. Con il suo tono fermo e da tutti rispettato, ha scandito i tempi e gestito ogni aspetto del Trasporto nei minimi dettagli. Ha compattato il gruppo, tanto che ha voluto che tutti si abbracciassero, gridando: “Dovete sentire il cuore del facchino che avete al fianco, dovete sentire il sangue che gli scorre nelle vene. Vicino a voi c’è un amico, c’è un fratello. Oggi tra noi stringiamo un patto di sangue”. Un abbraccio poi ripetutosi a piazza del Teatro prima dell’erta finale.
Tutto è finito per il meglio, un Trasporto perfetto, si diceva, nonostante la leggera brezza e le difficoltà di un percorso stretto, non regolare, dove l’inconveniente è sempre dietro l’angolo. L’unico inconveniente, questione di millimetri, è stato un cavalletto a piazza del Plebiscito. I vigili del fuoco avevano dato l’ok, ma Sandro Rossi ha fatto sistemare la Macchina per scrupolo. “Con la sicurezza non si scherza”, ha ribadito. Soddisfatto anche il presidente del sodalizio Massimo Mecarini. E positive le migliorie – inerenti all’illuminazione – volute da Raffaele Ascenzi, che chiudono la cornice di un Trasporto da ovazione, sancito dall’affetto del pubblico.