Manca davvero poco al “sollevate e fermi”, ma continua a far parlare la polemica dentro il Sodalizio. La spaccatura si è aggravata a seguito della lettera inviata da 13 facchini, che denunciano una direzione a loro dire alquanto discutibile da parte dell’attuale vertice. La lettera ieri ha trovato la risposta del capofacchino, Sandro Rossi: “Chi vuole fischiarci lo faccia, noi gli manderemo baci, faremo un sorriso e andremo avanti, perché Santa Rosa vorrebbe questo”. Rossi è intervenuto durante la prova generale dei facchini all’ex chiesa della Pace.
Durante l’evento sono stati i ciuffi e le spallette ai nuovi entrati, ma il clima è stato nettamente diverso rispetto agli anni scorsi, cupo e teso come traspariva dai volti di tutti. “Ultimamente – ha sottolineato il capo facchino – mi avete visto moscio o titubante. Sono tornato di nuovo Sandro Rossi”
“Da febbraio – ha continuato – le cose sono cambiate. C’è stata una rivoluzione nella formazione con l’inserimento di chi, per anni, ha atteso di fare un passo in più. Chi non sa portare la cassetta per bene può fare tutti gli articoli che vuole, ma la Macchina non la può portare. Non ci sono dubbi. Queste tredici persone che hanno scritto la lettera e che non sono più facchini, tranne uno, fanno il nome di Santa Rosa e della città ed è una cosa vergognosa. Loro, che, ripeto, non riescono a fare la prova che fate voi neanche in due o nemmeno se si mettono insieme, sono autori di atti vili e non verso di me o del presidente Mecarini o del vice Luigi Aspromonte, ma verso Santa Rosa, la città e i viterbesi. Nascondersi dietro una penna senza venire a parlarne in assemblea, ci fa capire quanto sia difficile uscire con onore dal Sodalizio”.