Trovato l’accordo politico tra M5S e Pd per dare vita ad un governo a guida Giuseppe Conte. La conferma è arrivata dai rispettivi leader al termine del secondo giro di consultazioni. Sia Di Maio che Zingaretti hanno auspicato “nuovo inizio”. Il presidente Mattarella ha convocato per oggi al Quirinale Conte.
Il prossimo passaggio sono le consultazione dei vari gruppi che Conte dovrà avviare nei prossimi giorni. Ma la strada sembra ormai in discesa viste la ampie praterie lasciate libere dalle minoranze ( LeU, Misto, Svp). L’unico non expedit che arriva al nuovo esecutivo ha il colore del centro destra. Duri i toni sia della Meloni che di Salvini, difficile, invece, decifrare le parole di Berlusconi, rallentato sia dall’età che avanza che dalla posizione politica ancora non chiara. Al termine delle consultazione si è definito faro della democrazia, dell’europeismo contro il sovranismo, forse dimenticandosi dei suoi alleati politici (Lega e Fdi), ma si sa: la vecchiaia tira brutti scherzi.
Il premier uscente ha ricevuto il via libera dopo un braccio di ferro durissimo tra il M5S, che voleva Di Maio vice, e il Nazareno. Alla fine comunque l’accordo politico con il Pd “affinché Giuseppe Conte possa diventare di nuovo presidente del Consiglio” è stato trovato.
«In questi anni il nostro obiettivo è sempre stato cambiare guardando a un progetto per l’Italia di grande respiro che mettesse al centro la persona ed i beni essenziali- continua Di Maio- Un nuovo umanesimo di cui Giuseppe Conte è stato grande interprete. Uomo di grande coraggio che ha dimostrato di servire il Paese con spirito disinteressato e di abnegazione».
Adesso occhi puntati sui contenuti. «Come capo politico chiederò che il percorso di formazione del nuovo governo parta dalla redazione di un programma omogeneo. Solo dopo si potrà decidere chi sarà chiamato a realizzare le politiche concordate e su questo chiediamo che si rispettino le prerogative del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio».
È il segretario dem Nicola Zingaretti, audito dal capo dello stato alle 16, a certificare il superamento degli ultimi ostacoli parlando della necessità di «un nuovo governo con una nuova maggioranza politica». Per il leader dem serve «un governo che abbracci una chiara discontinuità delle ricette economiche in chiave redistribuitiva e di equità sociale e che promuova uno sviluppo economico green». Una sfida al cominciare che trova il suo apice nel: «Amiamo l’Italia e crediamo che valga la pena tentare questa esperienza. In tempi complicati come quelli di oggi sottrarsi alla responsabilità del coraggio di tentare è l’unica cosa che non possiamo e non vogliamo permetterci. Intendiamo mettere fine alla stagione dell’odio, del rancore e della paura».