Si è svolta la traversata del lago di Vico a sostegno della raccolta firme No Talete, sì acqua pubblica promosso dal Comitato non ce la beviamo. Partenza alle 10.10 da Riva Fiorita (Ronciglione) ed arrivo alle 11.50 sulla spiaggia Bella Venere (Caprarola). Per coprire i 4,500 km di traversata gli atleti hanno impiegato in scioltezza il tempo di un’ora e 40 minuti, una passeggiata per i campioni specialisti del nuoto di fondo in acque libere che hanno partecipato. Protagonisti dell’iniziativa il campione olimpico di Roma 1960 Giuseppe Avellone (classe 1943) e le atlete Anna Fausta Pozzi e Chiara Carapellucci. L’iniziativa mira alla sensibilizzazione della cittadinanza di Caprarola e della Tuscia affinché aderisca numerosa alla petizione proposta dal comitato e che si protrarrà per tutto settembre.
“L’affetto mostrato agli atleti – si dice in un comunicato – durante le ultime bracciate finali è stato emozionante, con applausi e grida di incitamento della cittadinanza di Caprarola, all’arrivo sulla spiaggia della Bella Venere, di tanti amici e di tutti i rappresentanti dei comitati aderenti all’iniziativa giunti da Viterbo, Ronciglione, Soriano nel Cimino, Tuscania, Corchiano, Bassano Romano, Capranica, Bolsena, Gallese, Civita Castellana, Vasanello, Sutri, Bomarzo, Cellere, Canino, Fabrica di Roma e Orte”.
“Con la raccolta firme – continua il comitato – si rivendica il diritto all’attuazione della legge regionale di iniziativa popolare n. 5/2014, proposta dai comitati per l’acqua pubblica e approvata all’unanimità, ma mai fino ad oggi applicata. Anziché dare attuazione ad una legge che recepisce la volontà popolare espressa con il referendum del 2011, il presidente della Regione Zingaretti ha preferito procedere al commissariamento obbligando i Comuni ad entrare in Talete, una società di diritto privato con una gestione fallimentare sotto ogni punto di vista. E’ chiaro – conclude il comunicato – che l’ingresso dei Comuni in Talete è il primo passo verso la privatizzazione e la cessione dell’acqua alle multinazionali, ma esiste uno strumento normativo a cui appellarsi, che può e deve arrestare la spinta privatizzatrice mettendo in atto la volontà popolare”.