Una riunione dai tuoni infocati dove nemmeno il bunker di Soratte è riuscito a contenere la rabbia e la proccupazione dei tanti sindaci, pendolari e associazioni presenti per discutere dei tagli sulla linea ferroviaria Roma Nord. L’intento dell’assemblea pubblica svoltasi a Sant’Oreste venerdì sera era di fare il punto dei vari problemi che il taglio dei treni provocherà per l’intero territorio con la riapertura delle scuole e da lì pianificare un’azione unitaria e coordinata da imporre al tavolo regionale previsto per il 4 settembre. Il grido un’anime che ne è scaturito è quello di chiedere garanzie e un servizio sostitutivo valido affinché il taglio delle corse non crei disagi alla viabilità, con navette che vanno e vengono lungo la Flaminia e con moltissimi utenti costretti a riprendere i mezzi propri dati i previsti disservizi. Un problema da risolvere il prima possibile perché settembre è vicino e il traffico riprenderà a pieno regime, una volta aperte le scuole e tornati tutti dalle vacanze.
I toni già caldi sono diventati roventi appena il discorso è ricaduto su Atac, attuale gestore della rete, e sulla Regione Lazio. Entrambe, è stato detto, si sono dimostrate incapaci: prima di adeguare, nell’arco di due anni, la ferrovia alle norme sulla sicurezza introdotte dopo la strage di Andria nel luglio del 2016, poi di attrezzare un servizio sostitutivo degno di un Paese civile a fronte delle restrizioni. In molti si sono spinti anche più in là, come il vicesindaco di Riano che ha ipotizzato, se le preoccupazioni non verranno ascoltate e risolte dalla Regione, di bloccare la via Flaminia per mandare un’esempio eclatante alla Pisana. Una linea dura condivisa da molti amministratori e pendolari.
Per ora non spetta che vedere come finirà l’incontro in Regione previsto per il 4 settembre: gli amministratori sono determinati e andranno con una bozza di nuovo orario di servizio da sottoporre ad Atac e Regione in vista della riapertura delle scuole.