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Home » Opinioni » Giuseppe Fioroni: “Così l’Italia può essere salvata dal baratro”

Giuseppe Fioroni: “Così l’Italia può essere salvata dal baratro”

20 Agosto 2019

Riprendiamo da formiche.net

di Francesco De Palo

Così salveremo l’Italia dal baratro. La versione di Fioroni

L’esponente cattolico del Pd: “Il Pd, con Renzi e Zingaretti, metta in campo coraggio e determinazione: è l’ora della responsabilità”

Renzi e Zingaretti hanno la possibilità di risolvere la partita della crisi di governo, dice a Formiche.net l’esponente cattolico ed ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni. Il primo ha avuto la stoffa di capire il momento in cui muovere le pedine, il secondo in quanto Segretario del Pd può sigillare la svolta. E lancia un appello ai centristi di Forza Italia.

Cosa lascia in eredità la primizia della crisi agostana?

Credo sia necessario stigmatizzare il comportamento di Salvini, che non è rispettoso delle istituzioni e che dimostra tutta la sua pericolosità. Un soggetto politico che introduce elementi di grande preoccupazione per la nostra vita parlamentare: penso alle banalizzazioni. Ma quando leggo le parole degli amici di Forza Italia che si rivolgono a Salvini avendo in mente la Lega di Bossi penso che non si accorgano del rischio prodotto dal ministro dell’Interno.

Ovvero?

L’isolamento dell’Italia a livello internazionale e le anomale relazioni extraeuropee.

Questo il primo elemento per valutare la durata di un possibile governo, se ponte o di legislatura?

Sì. Penso alla necessità di dover garantire un futuro di serenità, sviluppo e di crescita al nostro Paese. Dobbiamo impedire che l’interesse di parte venga prima di quello comune.

Vede il rischio di uno scenario pre Troika?

La congiuntura economica è un elemento determinante: sembra come se il possibile aumento dell’iva fosse una cosa da niente. Quei denari sono stati già bruciati grazie all’inaffidabilità di atteggiamenti incomprensibili a livello internazionale. Proprio ieri abbiamo ricordato la figura di Alcide De Gasperi, oggi voglio sottolineare il ruolo italiano di membro fondativo dell’Europa. Vedo con preoccupazione questa idea dei rapporti individuali tra Salvini e singoli stati, anziché coltivare l’ambizione di una Europa unita. Il rischio è duplice: indebolire l’Europa e ridurre l’Italia a livelli di maggiordomi con un contratto a tempo determinato e senza garanzie per il futuro. Sono questi gli elementi che devono far scattare la responsabilità nel mio partito.

Ha fatto bene il Pd ad aprire al M5S?

Non possiamo dire solo a parole di essere diversi dalla Lega o dai populisti. Lo siamo se dimostriamo nei fatti che l’interesse nazionale viene prima di quello di una parte. Ecco la mossa verso gli italiani e i suoi bisogni. In questo dobbiamo essere conseguenti.

Con un governo-ponte?

Le formule contano fino ad un certo punto: l’Italia ha bisogno di un governo che garantisca un percorso di stabilità e credibilità. Il Pd deve concorrere a questo sforzo con coraggio: non basta dire come sempre di volersi rimettere alle volontà del Capo dello Stato. Il Colle ha il ruolo di garante della Costituzione, ma siamo noi a dover avere la determinazione di mostrarci diversi e assumendoci grandi responsabilità. Quindi concorrere nell’avanzare una nostra proposta chiara.

In che modo?

Non è possibile che alla vigilia di un dramma provocato all’Italia da Salvini con superficialità non ci sia la dimostrazione di saper mettere da parte frizioni interne, pur legittime. Per questa ragione penso allo slogan “Prima l’Italia” come parafrasi del “prima la Repubblica”. Oggi abbiamo una scadenza: salvare l’Italia dal baratro.

Tutto è partito dalla mossa di Matteo Renzi?

È nei momenti di difficoltà che serve il coraggio di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Se smettessimo di essere preda delle dietrologie, ammetteremmo che la stoffa di un leader si vede dalla capacità di saper porre l’Italia davanti a tutti gli altri interessi. Credo che in questo Renzi abbia dato un’ampia dimostrazione. Oggi la palla è in mano a Zingaretti che ha la possibilità di essere l’artefice del salvataggio dell’Italia. Spetta a lui come Segretario risolvere la partita.

La figura di Conte come si è evoluta?

È indiscusso che il premier sia stata una rivelazione, è stato un elemento estremamente valido il suo voler assumere uno spessore ed una indipendenza, sia in ambito europeo che interno. Una felice sorpresa che lo pone in uno scenario con un ruolo importante e con una responsabilità che mi auguro prosegua.

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