E mentre Salvini perde quota, risale, sempre a livello di comunicazione, l’immagine di Renzi, percepito dall’elettorato di centrosinistra, e non solo, come il vero artefice della crisi leghista, non a caso scoppiata quando l’ex sindaco di Firenze, spiazzando tutti, ha aperto all’alleanza del Pd con il Movimento 5 Stelle. Un genio della strategia e della comunicazione, ha notato ieri Le Monde, sottolineando che si deve solo a lui il merito di aver rimescolato le carte al punto da rimettere in gioco, oltre al centro, una sinistra apparsa fino a pochi giorni fa priva di manovra.
“Oggi i quotidiani – scrive nel frattempo lui, consapevole del successo messo a segno – sono pieni di innumerevoli retroscena e scenari. In momenti del genere la politica rischia di dare il peggio di sé. E allora parliamo chiaro: la stella polare delle persone serie è il rispetto delle istituzioni e il bene degli italiani. Non gli interessi dei partiti o dei presunti leader. Andare a votare a ottobre con l’effetto di aumentare l’Iva al 25% è folle. Non possono essere le famiglie a pagare le ambizioni di qualche aspirante leader. E non possiamo condannare l’Italia alla recessione. Per questo serve un governo istituzionale che pensi al Paese e non ai destini dei singoli partiti. Un governo istituzionale che come prima cosa abbia un ministro dell’interno degno di questo nome (chi vuole firmare la mozione di sfiducia a Salvini, lo faccia qui: http://bit.ly/SfiduciaperSalvini, siamo più di 60 mila). E un governo che pensi a fare il bene degli italiani, non a litigare tutti i giorni.
Sono uomini delle istituzioni coloro che mettono da parte i propri risentimenti personali e pensano a come evitare la crisi economica.
Poi torneremo a discutere, litigare, dividerci. Ma prima viene l’Italia, poi vengono gli interessi dei singoli partiti. Ci hanno buttato addosso odio e fango: noi non replichiamo allo stesso modo, ma rispondiamo pensando al bene comune e ai risparmi delle famiglie”.