Sta assumendo i contorni della ridicolaggine la querelle sulle chiusure all’una di notte disposte dal Comune per i locali all’interno delle mura. Dalla firma dell’ordinanza è ormai passato quasi un mese. Sono seguiti alcuni incontri tra le parti, ci sono state numerose prese di posizione a favore e contro e, notate bene, non sono mancate rassicurazioni da parte del Comune, espresse direttamente dal sindaco, per venire incontro alle esigenze del popolo della notte e degli esercenti. Eppure, non è stata presa ancora nessuna decisione definitiva. Insomma, tante chiacchiere per non concludere nulla, per lasciare cioè tutto com’è stato cristallizzato con l’ordinanza all’insegna di quel tirare a campare che sempre di più si sta dimostrando nota dominante dell’amministrazione Arena.
E’ Ferragosto. Sono tutti in vacanza e mentre l’estate imbocca la china discendente si ha la sensazione che del problema, se tutto va bene, si tornerà a parlare dopo Santa Rosa, in pratica quando non gliene fregherà più niente a nessuno o – ipotesi più realistica – quando saliranno agli onori delle cronache altri argomenti degni di polemica.
Di tutta questa storia, al di là del dibattito sull’opportunità o meno di far chiudere prima o dopo, colpisce in effetti il metodo. Quel lasciare tutto in sospeso, che, utile per non prendere posizione con la speranza di non inimicarsi nessuno, fornisce però la cifra di quanto sia inconcludente l’amministrazione in carica.