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Home » Politica » Di Piazza (M5S): governo del bene comune? Con Renzi si può fare

Di Piazza (M5S): governo del bene comune? Con Renzi si può fare

12 Agosto 2019

Riprendiamo e pubblichiamo dal domaniditalia.eu un’intervista di Andrea Piraino al senatore Stanislao Di Piazza

Senatore Di Piazza, lei ieri ha lanciato una sorta di sfida a Salvini: altro che elezioni, oggi il problema è il cambiamento per un governo del “bene comune”. Quale pensa che nel suo Movimento sia la disponibilità a questo cambiamento di linea politica?

Penso che il “governo del Bene Comune”, per il M5S, non sia un cambiamento di linea politica. Il M5s, prima di “stipulare” il contratto di governo con la Lega, aveva tentato con il PD. Fu Renzi, in occasione di una trasmissione televisiva da Fabio Fazio, a dichiarare di non volere discutere con il movimento. Adesso ci potrebbero essere le condizioni anche per la disponibilità di Renzi. Anch’egli, in questi giorni, ha parlato, attraverso lanci di agenzia, di bene comune. Penso che una ritrovata centralità del Parlamento possa creare le condizioni affinchè un numeroso gruppo di Parlamentari, anche trasversalmente ai partiti, possa dare fiducia ad un Governo che collochi la Persona al centro del proprio programma.

Anche Grillo, il garante del Movimento, ha riconosciuto che non è tempo di elezioni anticipate e che, invece, bisogna fare un governo di scopo con al centro i temi irrinunciabili dell’esperienza dei 5s che, peraltro, sono quelle che interessano gli italiani.

Si anche perché i principi del movimento sono le 5 stelle, cioè : Acqua, Ambiente, Trasporti, Connettività , Sviluppo. Su questi punti è facile trovare intesa con partiti e movimenti presenti in Parlamento con i quali potrebbe essere possibile trovare convergenze di programma.

Ma come pensate di riuscirci? Alleandovi con chi? Con Salvini, allora, è tutto finito? È stato un enorme errore quello di allearvi con la Lega, partito del vecchio assetto di potere del Paese?

All’inizio della legislatura abbiamo proposto, prima al PD e poi alla Lega di condividere, attraverso un contratto di Governo, alcuni punti di programma. Abbiamo trovato una intesa con la Lega, che, rispetto alle precedenti esperienze legislative, aveva nel frattempo modificato lo statuto presentandosi, agli elettori, come partito nazionale e non più del Nord. Personalmente ho pensato che questa esperienza di governo avrebbe potuto avvicinare l’esigenza di sviluppo del sud Italia alla capacità produttiva del nord. Così non è stato, anzi i fatti di questi giorni hanno dimostrato che, all’interno della Lega, è sempre esistita un’ anima fortemente nordista e prevalente nelle decisioni più importanti. Infatti la rottura nasce per il TAV Torino Lione e per la volontà, espressa chiaramente dai Governatori di Lombardia e Veneto, di una riforma, sulle autonomie regionali, divisiva e premiante nei confronti delle regioni più ricche. Salvini non è riuscito a trasformare la Lega da nord a nazionale.

Renzi, che pure era stato tra i leader più netti nella chiusura, sembra ora fare un’apertura nei vostri confronti ed addirittura invoca l’approvazione della legge costituzionale sulla riduzione dei parlamentari che, secondo voi, sarebbe una delle cause di rottura di Salvini. Sareste pronti ad aprire un confronto con i Democratici?

Il M5s si è sempre dichiarato disponibile ad aprirsi con quei partiti e movimenti con i quali possa essere possibile condividere punti di programma comuni (attraverso il c.d. contratto di governo). Lo abbiamo fatto con la Lega, culturalmente lontana dai valori dei 5 stelle, altrettanto si potrebbe fare con il PD, che ha sempre messo, come i 5 stelle, il valore della Persona, al centro del proprio programma. Renzi poi ha sempre creduto alla opportunità di riforme costituzionale quindi gli viene facile condividere con noi quella sulle riduzioni dei parlamentari.

Oltre a questo, quali sarebbero secondo voi i punti irrinunciabili per questo eventuale governo di scopo?

I punti irrinunciabili per il Governo di scopo dovrebbero essere: a) la riforma costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari (è un atto del Parlamento, ma va condiviso con la coalizione di Governo); b) la riduzione del cuneo fiscale per aiutare le imprese e per far crescere il reddito degli operai; c) alcune opere infrastrutturali per il sud. Personalmente sono un keynesiano, quindi ritengo che le opere pubbliche e la spesa pubblica per infrastrutture potrà creare nuove opportunità di lavoro e migliorare il PIL del Paese; d) rispetto dell’ambiente attraverso opere di green economy e incentivazioni fiscali per le energie rinnovabili; e) creare una banca per gli investimenti , da non confondere con una banca per il sud, funzionale ad intervenire con finanziamenti di secondo livello (quindi in partenariato con le c.d. banche commerciali o private) e interventi di equity a favore delle PMI italiani al fine di facilitare l’accesso al credito ed una maggiore patrimonializzazione di queste ultime.

Tra questi obiettivi del nuovo governo potrebbe rientrare la riforma della legge elettorale?

Assolutamente si, anzi, penso fondamentale inserire, tra i primi punti del programma del nuovo governo, una riforma del sistema elettorale interamente proporzionale.

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