Il nome del ministro dell’interno compare, secondo Il Fatto Quotidiano, tra gli azionisti della società A2A spa, che ha presentato il progetto per la costruzione del tanto chiacchierato termo-valorizzatore di Tarquinia. Un tema caldo che rischia di diventare bollente se quanto rilevato dal giornale di Marco Travaglio sarà confermato. Contro il termo-valorizzatore si è infatti schierato il sindaco leghista della città, Alessandro Giulivi.

Sempre dall’articolo di Vincenzo Bisbiglia apparto su Il Fatto Quotidiano, si apprende che la richiesta di valutazione di impatto ambientale in Regione è stata inviata a giugno. La costruzione dell’impianto è prevista in località Pian D’Organo. Sono previste due linee di combustione su un’area di 118.000 metri quadrati. Possono essere bruciate fino a 481.000 tonnellate l’anno di rifiuti.
“Tecnicamente – dice l’articolo – il termo-valorizzatore dovrebbe andare a servire proprio la provincia etrusca, che al momento conferisce i propri rifiuti indifferenziati fuori regione, in provincia di Lucca, a Terni e in Lombardia. Ma come emerge dal piano rifiuti approvato nei giorni scorsi dal Consiglio regionale del Lazio, il tmb di Ecologia Viterbo tratta appena 106.000 tonnellate, che diventano al massimo 170.000 se si somma anche l’indifferenziato prodotto dalla provincia di Rieti, meno della metà della capacità del nuovo impianto. Nulla esclude dunque – come avviene per l’inceneritore di San Vittore, in provincia di Frosinone – che possa essere utilizzato anche in sostegno degli scarti prodotti dalla città di Roma, da tempo in difficoltà”.