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Home » Italia » Chiediamo una “tregua” di ricomposizione morale e civile del Paese

Chiediamo una “tregua” di ricomposizione morale e civile del Paese

9 Agosto 2019

Da ildomaniditalia riprendiamo e pubblichiamo.

Nel pomeriggio è stato approvato dalle tre organizzazioni di matrice cattolico democratica e popolare (Costruire Insieme, Politica Insieme, Rete Bianca) il testo che qui riproduciamo integralmente.

Ci troviamo in un momento confuso e disordinato della nostra comunità politica.
Matteo Salvini ha deciso di provocare una crisi di governo in un momento delicato, quando ancora l’Italia deve partecipare autorevolmente alla definizione del nuovo assetto di guida dell’Unione europea e alla vigilia di quel fondamentale passaggio della legge di bilancio da cui dipendono le condizioni dei conti pubblici e il sostegno da portare ad aziende, lavoratori e famiglie.
Ci aspettiamo una situazione complessa e critica i cui sbocchi possono fare male a tutti noi.
Siamo, dunque, consapevoli della necessità urgente di fare appello al comune senso di comunità, di chiamare al senso di responsabilità e impegnarsi nello stabilire almeno una “ tregua” operosa di ricomposizione morale e civile del Paese che ci riscatti dalla spirale di divisione, rancore e perfino di odio in cui rischiamo di essere definitivamente assorbiti.
Un nuovo governo può creare un clima utile a far sì che alle elezioni le forze politiche partecipino soprattutto presentando proposte valide attorno ai punti prioritari cui guarda il Paese.
I nostri gruppi, ritengono giunto il momento di operare per un cambio radicale nel modo di fare politica e di gestire le istituzioni per  occuparsi in modo nuovo e solidale della “ cosa pubblica”.
Occorre ripensare la vecchia logica dei fronti contrapposti, affrontando le vere sfide del momento.
Recenti esperienze ci dicono quanto lo spirito divisivo, lo scontro portato alle estreme conseguenze, la faziosità preconcetta ci abbiano arrecati enormi danni. Tutti elementi, questi, che hanno concorso ad aggravare le nostre condizioni e a portarci ad un oggettiva emarginazione dai processi internazionali che contano, a partire da quelli europei.
Siamo persino di fronte ad un avvelenamento del carattere morale e della coscienza civile degli italiani.
E’ giusto che ciascuna forza politica dispieghi pienamente le proprie caratteristiche e le proprie prospettive.
Vi sono però dei punti su cui, anche in presenza di una perdurante crisi, possono  essere ricercate le opportune convergenze per cambiare alcune regole del gioco ed occuparsi in maniera costruttiva dei problemi della nostra gente.

Abbiamo bisogno di cambiare passo. C’è bisogno di una nuova legge elettorale più partecipativa e più democratica e di partecipare alla definizione della legge di bilancio in modo da rispondere alle preminenti questioni dell’occupazione, del sostegno alla struttura produttiva, dell’aumento dei consumi, di una maggiore capacità delle nostre imprese di innovarsi e di competere sul piano internazionale. Gravi, inoltre, i disequilibri esistenti a livello sociale e tra nord e sud a cui bisogna cominciare a rispondere adeguatamente.
La complicata situazione politico istituzionale che ci sta dinanzi può essere ragionevolmente affrontata e superata se tutte le forze politiche saranno capaci di assumersi su queste questioni strutturali le responsabilità richieste dalla criticità del momento.
Gli italiani guardano e attendono. Soprattutto quanti sono rifluiti nel grande partito degli astenuti. Richiedono l’avvio di una nuova stagione per ottenere il doveroso riconoscimento concreto delle loro esigenze, di essere Persona, per aver scommesso sul futuro dando vita ad una famiglia,per assicurare un domani a figli e nipoti.
Questa risposta urgente può venire anche nel corso di una nefasta crisi istituzionale da cui il Paese e il ceto politico, se imboccando la giusta direzione di marcia, possono uscirne rafforzati.

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