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Home » Italia » Così la classe media americana si sta indebitando per mantenere il proprio status

Così la classe media americana si sta indebitando per mantenere il proprio status

5 Agosto 2019

Da ildomaniditalia.eu riprendiamo e pubblichiamo

di Alessandro Galiani ( Agi.it)

La classe media Usa si sta indebitando sempre di più per mantenere il suo status. Lo rileva il Wall Street Journal, secondo il quale l’indebitamento crescente della middle class è il frutto di duplice trend: i costi di sanità, università e auto sono in forte aumento, mentre i redditi sono stagnanti. Risultato: l’indebitamento degli americani, mutui esclusi, è salito a 4.000 miliardi di dollari, un livello record se depurato dell’inflazione. E anche il debito ipotecario, sebbene in calo rispetto alla crisi del 2008, è in rialzo. L’anno scorso è stato comunque il debito studentesco a volare, toccando i 1.500 miliardi di dollari e superando tutte le altre forme di debito al consumo ad eccezione dei mutui. Il debito per l’auto è cresciuto quasi del 40% (depurato dell’inflazione) arrivando a 1.300 miliardi di dollari.

A far lievitare il debito ha anche contribuito il basso costo del denaro assicurato dalla politica monetaria della Fed. Inoltre, secondo il Wsj, l’indebitamento degli americani è una sorta di voto di fiducia nel futuro: si indebitano perché la disoccupazione è bassa e loro si sentono sicuri di poter trovare un posto di lavoro. Tuttavia questo clima potrebbe subire una netta inversione di tendenza se la disoccupazione Usa dovesse riprendere a crescere e la Fed mercoledì scorso ha abbassato i tassi perché vede aumentare i rischi di un rallentamento dell’economia che potrebbe far aumentare la disoccupazione.

Il calo del reddito medio degli americani

I redditi medi degli americani nel 2017, secondo il Census Bureau, si sono attestati a 61.372 dollari l’anno, lo stesso livello del 1999, se depurati dell’inflazione. Le spese per consumi invece sono cresciute fortemente. I prezzi delle case, a parità di inflazione, sono cresciti del 290% negli ultimi 30 anni. I costi delle lezioni universitarie sono saliti del 311%. E le spese medico-sanitarie, dal 1990 al 2017 sono aumentate del 51%. Insomma, come nota l’economista Oleg Levitin – i costi per restare a far parte della classe media stanno crescendo”. L’economia Usa negli ultimi tre decenni ha raddoppiato di dimensione e, in teoria gli americani sono quindi diventati tutti più ricchi, ma, come nota il Wsj, le cose stanno diversamente e le fasce più ricche hanno guadagnato e risparmiato molto più di quelle meno abbienti.

Secondo il Cansus Bureauu, il patrimonio netto del 20% degli americani che percepisce un reddito medio tra il 1989 e il 2016 ha registrato un aumento medio del 4%, mentre il 20% di quelli con che hanno un reddito di fascia alta hanno raddoppiato la loro ricchezza e l’1% più ricco, quelli milionari, hanno visto il loro patrimonio crescere del 198%. Detto in altre parole, dal 1989 al 2016, il valore complessivo delle attività di tutte le famiglie americane è aumentato di 58.000 miliardi di dollari, depurati dell’inflazione, di cui 19.000 miliardi sono finiti all’1% più ricco e 39.000 miliardi al restante 99%.

Più nel dettaglio, il Wall Street Journal nota che le famiglie della classe media americana di fascia bassa, con il reddito che hanno a disposizione, non riescono più a comprarsi una casa, né a tenere il passo con un livello di vita agiato, che prevede una casa in un solido quartiere della classe media, con buone scuole e una bella auto per gli spostamenti. Il problema non è tanto l’entità dell’indebitamento.

Il vero problema è l’aumento delle spese

Contando tutti i tipi di debito, compresi i mutui, i consumatori americani non sono così gravati dal debito come una volta. Nel quarto trimestre del 2007, l’ultimo anno prima della crisi finanziaria, le famiglie hanno impiegato il 13,2% del loro reddito disponibile al servizio del debito. Nel primo trimestre del 2019, questa cifra è scesa al 9,9%, principalmente a causa dei bassi tassi di interesse. Il vero problema è l’aumento delle spese, in particolare quelle per l’acquisto di una casa.

Nel primo trimestre del 2019, in base ai dati della Fed, l’insieme dei presiti per l’auto, l’università e per la carta di credito, che a differenza dei mutui è diretta ai consumi, ha assorbito il 5,7% del reddito disponibile al servizio del debito, lo stesso livello del 2009. Si tratta di una quota di reddito comunque gestibile, il problema dunque è un altro ed è rappresentato dai costi degli immobili.

Il caso della giovane coppia Bauerle

Il Wsj cita il caso di Elizabeth e Andy Bauerle, una coppia di 34enni, benestanti, che vivono a Seattle e guadagnano in due 155.000 dollari l’anno, cioè rientrano nel 20% di fascia alta della classe medie. Ebbene, i Bauerle hanno cercato di acquistare una casa per sette anni di seguito senza successo, nonostante abbiano un reddito più che dignitoso. Il problema è che entrambi lavorano nell’area metropolitana di Seattle, cioè in una città con una forte crescita occupazionale e salariale, in cui l’aumento dei prezzi degli immobili può rendere la proprietà di una casa al di fuori dalla portata di famiglie come i Bauerle, che pure si giudicano benestanti rispetto agli standard nazionali.

I Bauerle possono disporre di 30.000 dollari di acconto ritirabili dai loro fondi, ma il tipo di casa che vogliono – una due camere da letto, due bagni e un cortile – costa a partire da 600.000 dollari a Seattle e dintorni. Avrebbero bisogno di un acconto di almeno 70.000 dollari per gestire il pagamento del mutuo, visti i loro altri obblighi. Questi includono un debito per studenti di circa 88.000 dollari, che assorbe 1.000 dollari di reddito ogni mese. Inoltre devono pagare oltre 1.750 dollari al mese di affitto e 1.200 dollari al mese in assistenza all’infanzia per il figlio. “Si parla immediatamente di quattromila dollari del nostro reddito”, spiegano al Wsj.

Come molte altre famiglie, i Bauerle hanno allungato i pagamenti mensili del prestito della loro auto, una Subaru del 2013, acquistata usata tre anni fa, che ammontano a 240 dollari al mese per 9 anni. Ricapitolando, secondo il Wsj, una famiglia come i Bauerle, che pure è benestante, non può permettersi di vivere come in una casa propria, in un quartiere di fascia alta, e deve accontarsi di affittare una casa unifamiliare. E la maggior parte delle famiglie americane della classe media è nella loro stessa situazione, il che significa che questa è una questa tendenza, come dimostra il fatto che la società di private equity Blackstone, il più importante fondo immobiliare del mondo, è ormai diventato, insieme ad altri investitori, il più grande affittuario di case unifamiliari della nazione.

Secondo il Joint Center for Housing Studies dell’Università di Harvard, il numero di famiglie che dispongono di un reddito annuo corretto dall’inflazione di 100.000 dollaro o superiore ma che sono affittuari è quasi raddoppiato dal 2006 al 2016. “Questo è un cambiamento radicale nella struttura del mercato – ha dichiarato Dominic Purviance, specialista finanziario senior presso la Federal Reserve Bank di Atlanta Purviance – ciò significa che in futuro l’acquisto di una nuova casa, e in alcuni mercati anche l’acquisto di una casa esistente, può diventare un lusso”.

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