Tutti insieme appassionatamente all’Hotel Salus i vertici di Forza Italia della Tuscia. Ma l’aria che si respirava non era delle migliori, né quella dei grandi eventi. Per carità, pace ed armonia non sono mancati, è solo che a conti fatti erano davvero in pochi. Quattro teste presenti, ancor meno quelle coronate, visti i pessimi andamenti elettorali alle europee e alle amministrative. A presiedere i lavori il nuovo coordinatore provinciale, Alessandro Romoli, insieme al vice Francesco Ciarlati e al senatore Francesco Battistoni. Tutti riuniti per parlare dell’evento nazionale con Tajani che si svolgerà dal 20 e 22 settembre.
Ma è più il non detto che ci interessa. Infatti, dopo la bomba dell’uscita di Toti, il partito deve riassettarsi, se è vero che da parte del governatore ligure è iniziata l’operazione svuotamento delle stanche e logore truppe berlusconiane e che nel Lazio in molti stanno rispondendo presente, come ad esempio i consiglieri regionali Antonello Aurigemma, Adriano Palozzi e Pasquale Ciacciarelli. Moltissimi saranno gli amministratori e i parlamentari che li seguiranno.
A Viterbo per ora nulla si muove, ma nulla è da escludere. Sicuramente la Tuscia grazie a Battistoni viene considerato un territorio amico da Antonio Tajani. Ma bisogna fare qualcosa: infatti, se verrà confermato il sondaggio di Pagnoncelli che assegna il 4% al nuovo soggetto politico di Toti e considerando che lo spazio di manovra di FI è molto ristretto (circa l’8%), ci sarà battaglia per raccogliere le briciole. Dunque i forzisti viterbesi devono muoversi per arrivare preparati.
A margine dell’incontro, Romoli ha dichiarato che “stiamo riorganizzando la macchina, devo dire che un entusiasmo del genere non era neanche prevedibile. Abbiamo una rete capillare di amministratori in ogni Comune della provincia, persone nuove che hanno scommesso su Forza Italia e la classe dirigente attuale. Penso che ci aspettano mesi di lavoro ma anche di grandi soddisfazioni. Entro la metà di settembre riorganizzeremo il partito a Tarquinia, Montefiascone e Civita Castellana, Comuni medio grandi di notevole importanza strategica per noi”.
Il problema è che più che organizzare qui servirebbe un miracolo.