L’ipotesi di una centrale geotermica nel territorio di Castel Giorgio, più concreta che mai visto il via libera dal governo, unisce cittadini e amministratori. Tutti apertamente contrari “perché lo sfruttamento del fluido geotermico con cui viene alimentata la centrale potrà provocare un impoverimento delle acque, l’inquinamento della falda acquifera e, da non sottovalutare, l’aumento del rischio sismico”.
I Comuni del territorio, nell’Umbria e nel Lazio, ed anche la Regione Umbria e la Regione Lazio hanno espresso la loro motivata contrarietà alla realizzazione della centrale. Ma il governo ha deciso di continuare. Molti i punti oscuri in tutta questa storia. A cominciare dalla commissione per la valutazione di impatto ambientale che ha dato parere positivo alla realizzazione dell’impianto, come torna a sottolineare l’Osservatorio ambientale del lago di Bolsena, presieduta da Guido Monteforte Specchi, che era contemporaneamente consulente della Società Itw-Lkw proponente il progetto. Secondo il parere della commissione, la realizzazione e l’esercizio della centrale non comporterebbero pericoli per il territorio. L’esito positivo della valutazione d’incidenza ambientale poggia essenzialmente su due presupposti formulati dalla ditta proponente: “Che la copertura dal serbatoio che contiene il fluido geotermico e impermeabile;
e che il fluido geotermico può circolare liberamente all’interno del suo serbatoio. Presupposti confutati – spiega ancora l’Osservatorio ambientale del lago di Bolsena – in una pubblicazione scientifica (vedi qui), di cui gli esperti della commissione Via (un astrofisico, un geologo specializzato in ghiacciai alpini e un avvocato) e la ditta proponente erano al corrente. Il permesso per la realizzazione dell’impianto di Castel Giorgio si basa quindi su un errore scientifico. Incompetenza, svista o falso?”.

Ancora l’osservatorio: “Tenendo conto della realtà e quindi della conformazione specifica del sottosuolo, fortemente fratturato nel comprensorio del Lago di Bolsena, è stato dimostrato che l’impianto presenta diversi possibili pericoli per la popolazione e l’ambiente. In particolare: 1) il pericolo di depauperamento dell’acquifero superficiale nella zona di prelievo del fluido geotermico, a causa della presenza di numerose faglie; 2) il pericolo della risalita del fluido geotermico verso la falda acquifera superficiale nella zona di reiniezione, inquinandola con arsenico e altre sostanze cancerogene; 3) il pericolo del trasferimento permanente di fluido geotermico dalla zona di produzione a quella di reiniezione, a causa della formazione di ‘compartimenti’ nella roccia del serbatoio dovuta alle faglie, che ostacolano i flussi orizzontali; 4) l’aumento del rischio sismico dovuto agli squilibri di pressione e di temperatura nelle zone di produzione e di reiniezione, tenendo conto anche della presenza di faglie attive nella zona (evidenziate dal terremoto del 2016 e da altri eventi sismici che si verificano numerosi in questa zona). Nella consapevolezza dei pericoli, tutto il territorio ha espresso una decisa opposizione all’impianto. Però, la verità scientifica e il no unito e motivato di tutto il territorio non valgono niente contro la lobby dell’industria geotermica”.
Un problema, quello sismico, con cui Castel Giorgio ha già fatto i conti, non moltissimi anni fa, nel 1957. Lì la terra trema da sempre, come dimostra anche l’1.8 della scala Richter registrato il 27 luglio scorso. Ma il problema sembra che sia stato minimizzato dalla commissione e proprio per questo il sindaco di Castel Giorgio si è rivolto al consiglio dei ministri denunciando che “a salvaguardia del territorio e della salute della cittadinanza, va detto che i pareri tecnici recentemente (il 31 maggio e 5 luglio 2019) forniti dalla commissione Via sono inaccettabili e fuorvianti, in quanto tali da indurre a prendere decisioni basate su dati incompleti”. Infatti i pareri della commissione Via, presieduta sempre da Monteforte Specchi, nel trattare l’importanza degli eventi sismici nella zona, ha affermato che si è in presenza di una sismicità moderata. Ma nella tabella riportanti gli eventi sismici sono esclusi sia il terremoto del dicembre del 1957 (4.1 di magnitudo) sia quello dell’agosto del 2014 con una magnitudo pari a 4,1. Un’omissione, come in molti sostengono, che può avere conseguenze gravi.