Sì del governo gialloverde alla costruzione dell’impianto geotermico sull’Alfina. La decisione, temuta da tutta la popolazione e dalle istituzioni dell’Alta Tuscia, è stata presa dal Consiglio dei ministri ieri pomeriggio. Adesso, dopo le proteste dei mesi scorsi, l’autorizzazione è realtà. Nulla hanno potuto la mobilitazione popolare scattata in tutti i comuni attorno al lago di Bolsena, le battaglie intraprese dalle associazioni ambientaliste e l’opposizione degli enti locali, che anche ieri mattina, a poche ore dell’inizio della riunione del governo Conte, hanno lanciato accorati appelli per fermare il progetto.
Secondo l’Associazione lago di Bolsena, l’impianto, che sorgerà nel Comune di Castel Viscardo nell’Orvietano, preleverebbe “per almeno 25 anni 1000 tonnellate all’ora di fluido geotermico ad alta temperatura da sotto il bacino del Tevere in Umbria e le scaricherà raffreddate sotto la falda acquifera del Comune di Bolsena”. “Tutto ciò comporterà – sempre secondo il Comitato – rischi di inquinamento con sostanze cancerogene dell’acquifero dal quale viene prelevata acqua per la rete potabile. Con l’inquinamento del lago aumenterà anche il rischio sismico”. Di avviso contrario la società che ha chiesto l’autorizzazione, secondo la quale non esiste nessuna evidenza scientifica per lanciare un allarme di questo tipo.
Contrarie al progetto tutte le forze politiche di destra, sinistra e centro. Gli unici che in questi giorni non si sono espressi sono stati Lega e M5S. Imbarazzo soprattutto tra i pentastellati che non sanno come giustificarsi con il proprio elettorato per una decisione per la quale con altri governi avrebbero infiammato di veleni la comunicazione politica.