Un giudice di Viterbo l’ha processata per direttissima dopo l’aggressione agli agenti, ma l’ha lasciata liberà. Da quel momento inizia l’inferno per il direttore d’orchestra di Ronciglione Sesto Quatrini, che dall’autunno scorso è anche direttore artistico del Teatro dell’Opera di Vilnius in Lituania: “Me la ritrovo a Gran Canaria, dove dirigevo ‘Don Carlos’ di Verdi, e poi a Piacenza, dove mi minaccia e ha un alterco con la mia fidanzata. In quell’occasione decido di chiamare i carabinieri che la fermano e la portano in caserma – racconta Quatrini -. La denuncio quindi per minacce, atti persecutori, molestie e stalking. Il giudice non accoglie lo stalking”.
La richiesta però sarà accolta quando Quatrini se la ritroverà a Tokyo, dove inaugura il Japan Belcanto Opera Festival. La ragazza, che sui social si nasconde dietro il profilo Mikako, è nell’hotel ad aspettarlo: “Ero con Triola e appena tornati in albergo dopo la recita, ce la ritroviamo davanti accompagnata da due guardie che l’avevano bloccata perché si aggirava nella hall da ore. A quel punto – racconta il 35enne direttore d’orchestra – l’hotel mi rilascia una dichiarazione nella quale si attestano i comportamenti alterati della donna, io la invio al giudice di Piacenza che accoglie il reato di stalking ed emette il decreto che le impedisce di avvicinarsi a me e ai miei familiari”. Il decreto però, che le viene inviato all’indirizzo di Milano dove alloggia, non viene mai notificato. Finché la donna decide di andare a Ronciglione, dove vivono i genitori e la nonna di Quatrini. Quando arriva nel B&B, consegnando il passaporto, viene identificata dal sistema di controllo e la polizia locale si attiva per notificarle il decreto.
“Appena gli agenti bussano alla porta della sua camera – racconta ancora Quatrini – lei prende un paio di forbici e tenta di colpirli, fortunatamente senza riuscirci. Immobilizzata e portata in caserma, viene arrestata, tenuta una notte e processata per direttissima, ma il giudice la rilascia con un foglio di via che le proibisce di avvicinarsi a Ronciglione. Quello che non mi spiego – osserva il musicista – è come sia possibile che una persona, ospite di questo Paese in quanto extracomunitaria, che attacca dei poliziotti con le forbici, non venga immediatamente rimpatriata. E così lei è a piede libero e io, la mia compagna e Alberto Triola dobbiamo stare sotto scorta”.
Adesso si è anche trasferita da Milano e Roma e “da circa 15 giorni ha aperto un profilo Instagram che riempie di foto mie, di Pizzi e di Triola, piene di insulti, accanto a immagini di vario genere, alcune macabre che ritraggono corpi smembrati, volti sfigurati, arti amputati, etc. Questa persona va aiutata, rimpatriata e sottoposta a cure e invece è in giro e mi danneggia anche professionalmente: ha scritto mail a tutti i teatri in cui ho lavorato e lavoro, dal Met a Vilnius, dicendo che la mia fidanzata è la mia stalker e Triola è il mio social manager. Se il giudice di Viterbo l’avesse rimpatriata anziché lasciarla libera, adesso sarebbe in Giappone e noi vivremmo tranquilli”, dice ancora Quatrini, biasimando l’attuale politica “fatta da una serie di annunci ai quali però non segue nulla”.
“Questo – ribadisce – è un problema di natura politica laddove si parla di sicurezza che io non ho garantita. Me la sta garantendo il Festival di Martina Franca e le forze dell’ordine quando le chiamo, ma non la magistratura perché nessuno rimpatria questa signora, un’immigrata che minaccia me, la mia compagna e tutte le persone che mi circondano, processata dal tribunale di Viterbo dopo avere aggredito due poliziotti con delle forbici, ma mai rimandata a casa. Se fosse stata maghrebina anziché giapponese, probabilmente sarebbe stata messa su un aereo e rispedita al suo Paese”.
Non solo Quatrini, anche Triola ha denunciato la donna: “Nelle ultime due settimane c’è stata da parte sua una tale intensificazione della violenza verbale, un continuo postare sui social foto di luoghi che io e Quatrini frequentiamo con appellativi poco edificanti riferiti a me che vengo definito assassino, criminale, etc. Per questo ho deciso di andare dalla polizia e sporgere querela per diffamazione”, spiega il direttore artistico del Festival della Valle d’Itria. “Ma siamo costretti a muoverci con la scorta ed è difficile lavorare così, senza serenità. C’è un dispendio di risorse pubbliche per proteggere me e Quatrini, e noi non capiamo perché non si possa espellere e rimpatriare questa signora, nonostante lei disattenda le disposizioni del giudice. E’ una situazione sgradevole della quale fino a poco tempo fa ridevo. Adesso ho smesso di ridere, mi sento inquieto e non tutelato perché sono in balia dei disturbi mentali di una cittadina straniera, ospite di un Paese che, dinnanzi a una serie di reati commessi, non è capace di metterla a bordo di un aereo e rimandarla a casa”, conclude Triola.