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Home » Politica » Il governo decide mercoledì sulla geotermia dell’Alfina. Pericoli per il lago di Bolsena

Il governo decide mercoledì sulla geotermia dell’Alfina. Pericoli per il lago di Bolsena

29 Luglio 2019

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Piero Bruni, presidente dell’Associazione lago di Bolsena

All’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio dei ministri di mercoledì prossimo 31 luglio è prevista l’approvazione del progetto dell’impianto pilota geotermico di Castel Giorgio. L’impianto, se approvato, preleverà per almeno 25 anni 1000 tonnellate all’ora di fluido geotermico ad alta temperatura da sotto il bacino del Tevere in Umbria e li scaricherà raffreddati sotto la falda acquifera del Comune di Bolsena nel Lazio. Sarà uno scarico abusivo in quanto non è stato autorizzato né dal Comune di Bolsena, né dalla Regione Lazio. Comporterà rischi di inquinamento con sostanze cancerogene dell’acquifero dal quale viene prelevata acqua per la rete potabile. Con l’inquinamento del lago aumenterà il rischio sismico.

Tutti i comuni del territorio, nell’Umbria e nel Lazio, ed anche la Regione Umbria, hanno espresso la loro motivata contrarietà alla realizzazione della centrale. I comuni laziali hanno recentemente chiesto che anche il presidente Zingaretti si opponga, ma i tempi sono brevissimi, speriamo che possa farlo in tempo utile. L’impianto di Castel Giorgio aveva ottenuto il parere positivo della Commissione per le valutazioni di impatto ambientale (Via) del ministero dello sviluppo economico nel 2014 quando era in carica il governo precedente. La Commissione era presieduta, e lo è ancora, da Guido Monteforte Specchi, già consulente privato della società proponente il progetto. Il conflitto di interessi era così evidente che il presidente dovette allontanarsi dall’assemblea plenaria della commissione quando questa votò il parere favorevole. Le conclusioni della Commissione di Via sono state confutate dal mondo scientifico. Recentemente la direzione regionale per la tutela dell’ambiente in una propria relazione ha dichiarato che, nel rispetto del principio della precauzione, “non sono da escludere impatti negativi derivanti dalla realizzazione del progetto sulle zone di prelievo dell’acqua potabile all’interno del bacino del lago di Bolsena”. Sulla base della dichiarazione suddetta, ci auguriamo che il Comune di Bolsena intervenga tempestivamente presso il consiglio dei ministri e faccia valere i propri diritti per la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente lacustre.

Piero Bruni

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