Come si apprende dalla cronache riportate dai mezzi di informazione che hanno partecipato giovedì pomeriggio alla conferenza stampa di una parte dell’opposizione, il Pd di Enrico Panunzi e Francesco Serra apre all’alleanza con il Movimento 5 Stelle al Comune di Viterbo. Lo ha detto espressamente Serra, parlando tra l’altro anche di un possibile governo ombra per contrapporre una piattaforma programmatica all’azione amministrativa del centrodestra.
Il percorso è stato avviato. Si tratta però di un percorso assolutamente ambiguo, dal momento che a livello nazionale la linea espressa dal segretario Zingaretti va in tutt’altra direzione, ovvero niente accordi con i grillini. Non si comprende allora in base a quali logiche politiche il consigliere comunale e quello regionale possano avventurarsi nel capoluogo della Tuscia in siffatta alchimia.
L’unica logica che si intravede in tutto ciò è quella del mantenimento del potere a costo di rimetterci la faccia. La paura di rimanere a piedi è troppo forte. Una logica bislacca, che fa del Pd di Serra e Panunzi un soggetto assolutamente strabico. Pensate, stiamo parlando dello stesso partito che in Provincia cerca di allearsi con la destra. E già: da una parte inciuciano con FI e FdI e dall’altra con il M5S. Evviva la coerenza. Evviva la politica.
Il problema è che un Pd così, senza strategia, senza linea, ma solo proteso a non perdere il potere acquisito, è destinato a non trasmettere più nessun tipo di appeal nei confronti dell’elettorato. Un Pd ridotto così non serve a nessuno, a parte ai pochi che all’interno di esso detengono posizioni di vertice.