“La querela è pronta per essere consegnata in Procura, sono stato diffamato attraverso manifesti anonimi che mi accusavano di cose assurde”. Così il sindaco Giovanni Arena parla in queste ore dal proprio profilo Facebook. La storia a cui si riferisce è di qualche mese fa, fine maggio, quando Viterbo venne tappezzata da manifesti 6×3 riportanti i presunti aumenti delle tasse decisi dall’attuale amministrazione comunale. Manifesti anonimi ma riferibili al movimento civico Viterbo 2020 di Chiara Frontini. Un dato quello degli aumenti delle imposte tutto da verificare, ma per il sindaco la diffamazione sussiste anche se non esclude un probabile dietrofront: “Non ho mai denunciato – dice Arena – nessuno in vita mia e sento che se dovessi farlo sarebbe una violenza che farei a me stesso, ma a volte è necessario per difendere la propria onorabilità. Il mio modo di essere e l’educazione mi portano a non infierire contro chi sbaglia, specialmente se è giovane”.
Insomma, non si capisce se Arena presenterà querela oppure no. L’idea è che non la farà (d’altra parte se uno una cosa la vuole fare non l’annuncia) e questo dietro front secondo noi non deriva dalla sua bontà d’animo, ma da una semplice e basilare valutazione giurisprudenziale. Negli ultimi tempi, peraltro, sono sempre di più le sentenze che si concludono con la condanna del querelante, e forse Arena teme proprio un’eventualità del genere. Insomma, se i dati riportati dalla Frontini in quei manifesti trovassero un riscontro reale e fondato, il giudice respingerebbe la querela e potrebbe pure condannare il Comune a risarcire tutte le spese. Oltre al danno, anche la beffa per il povero Arena, che sarebbe costretto a fare una figuraccia colossale.