Il disastro finanziario in cui versa Talete – certificato dai 24 milioni di crediti non riscossi, di cui ha parlato recentemente il nuovo presidente Andrea Bossola – può configurare un danno all’erario? Ne sembra convinto un consigliere comunale di Acquapendente, Solange Manfredi, che ha presentato al riguardo un esposto alla Corte dei conti.
“Già nel 2015 emergevano 14 milioni di euro di bollette non riscosse – dice la Manfredi -. Nel 2019 la cifra è salita a 25 milioni (di cui 3 sono dovuti da soli sette soggetti); i Comuni vantano nei confronti della Talete crediti per milioni di euro che gli servono a coprire i costi dei servizi ai cittadini. I disservizi aumentano, le bollette salgono e le reti sono un colabrodo, con una dispersione del 40-60%, inaccettabile se si pensa che il Comune di Macerata è al 10%. E la società annuncia la cartolarizzazione dei crediti, un’operazione finanziaria di cui saranno gli impoveriti a pagare il prezzo più alto”. Per questo, “abbiamo presentato un esposto-segnalazione alla Corte di conti, al fine di verificare se la gestione della Talete abbia prodotto un danno erariale e ambientale. E’ importante capire se vi sono delle responsabilità per questi disservizi, perché i cittadini non possono pagare il costo della privatizzazione. Dobbiamo mandare a casa i responsabili”.
”Il recente pignoramento dei conti dell’azienda, da parte del Comune di Viterbo, ha messo in evidenza le difficoltà della Talete – conclude Solange Manfredi – bisogna fornire garanzie ai lavoratori. Dobbiamo ripubblicizzare il servizio, per dare serenità alle 150 famiglie dei lavoratori e acqua buona da bere a migliaia di utenti”.