E’ stata celebrata oggi, 15 luglio, nel giorno della sua morte, la festa liturgica in onore di San Bonaventura.
San Bonaventura da Bagnoregio è stato un cardinale, filosofo e teologo italiano. Denominato Doctor Seraphicus, insegnò alla Sorbona di Parigi e fu amico di San Tommaso d’Aquino. Vive nel XIII secolo (1217/1221 circa –15 luglio 1274 ) in un periodo in cui la fede cristiana aveva impregnato profondamente la cultura e la società europea dando una spinta ad una maggiore produzione letteraria, filosofica e teologica legata al culto cattolico. Un tempo caratterizzato da rinnovamento e crisi, quello in cui ha vissuto San Bonaventura, il quale seppe affrontare con determinazione le difficoltà del sua era avendo in mente uno obiettivo ben definito: ossia, l’amore di Dio e le vie che conducono alla salvezza. Un tema che caratterizzò la sua produzione teologica.
Bonaventura, il cui nome di battesimo è Giovanni, nasce a Bagnoregio, in un lasso di tempo che va dal 1217 al 1221. Una famiglia importante, la sua: il padre, Giovanni di Fidanza, era un medico stimato e la madre, Maria di Ritello, una donna semplice molto devota a San Francesco. Un insegnamento, quello materno, legato alla pietas e alla devozione che influenzerà molto le scelte del giovane santo. Si racconta che da piccolo Giovanni venne guarito da San Francesco, che avrebbe esclamato: “Oh bona ventura”. E da quel momento quell’esclamazione rimarrà sempre legata alle sue sorti, tanto da diventare il suo nome. Compie i suoi studi a Parigi e in questo periodo Dio lo chiama al suo servizio; infatti, entra nell’Ordine dei Frati Minori. Terminati gli studi insegna teologia all’università di Parigi diventando il punto di riferimento dell’Università per ciò che concerne la teologia. Nel 1257 viene eletto generale dell’Ordine francescano, carica che manterrà per 17 anni diventandone il faro al punto da essere definito il secondo fondatore dell’Ordine. La sua produzione teologica è davvero notevole infatti scrisse numerose opere del calibro della Legenda maior, una biografia di San Francesco, a cui si ispirò Giotto per il ciclo delle storie nella basilica di Assisi. Venne quindi nominato vescovo di Albano e cardinale. Partecipò al II Concilio di Lione che, grazie anche al suo contributo, segnò un riavvicinamento fra Chiesa latina e Chiesa greca. Proprio durante il Concilio, muore a Lione, il 15 luglio 1274.
Fu Papa Innocenzo V a celebrarne le esequie. Dopodiché verrà sepolto nella chiesa francescana di Lione. Nel 1434 la salma viene traslata in una nuova chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi. Appena aperta la tomba si fa una scoperta sorprendente: il corpo viene ritrovato in perfetto stato di conservazione a distanza di due secoli dalla morte. Questo fatto faciliterà la canonizzazione nel 1482 ad opera di papa Sisto IV. Il 14 marzo 1490, a seguito della ricognizione del corpo a Lione, viene estratto il braccio destro per donarlo alla sua città, Bagnoregio. Nel 1588 è insignito del titolo di dottore della chiesa, un appellativo di cui in pochi si possono fregiare.