Lazio è al quinto posto nella classifica sui reati ambientali, dove emerge per vicende connesse allo smaltimento dei rifiuti a Roma. È quanto emerge dal “Dossier Ecomafia 2019” di Legambiente. La nostra regione registra 2.062 illegalità ambientali (pari a poco meno del 10 per cento del totale nazionale), subito dopo quelle in cui è consolidata la criminalità organizzata (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia registrano da sole il 45 per cento dei reati).
La provincia di Viterbo si piazza invece al quarto posto nella classifica regionale con 51 reati contestati e 21 sequestri. La precedono Roma, che si piazza al primo posto con 201 infrazioni accertate, 117 denunce e 7 arresti, seguita dalla provincia di Latina, con 113 infrazioni accertate, 120 denunce e Frosinone, con 60 infrazioni, 152 denunce e 25 sequestri. Chiude la classifica regionale Rieti, con 30 infrazioni, 29 denunce, 2 arresti e 12 sequestri.
“Nota positiva – dichiara Legambiente – è il calo del numero di arresti operato dalle forze dell’ordine che è pari a zero nelle tre province di Latina, Frosinone e Viterbo e il netto calo delle infrazioni accertate nel ciclo dei rifiuti nella provincia di Frosinone, che non è più nei primi 10 posti della classifica provinciale dove, lo scorso anno, occupava il 5° posto”.
Legambiente fa però notare che, contrariamente allo scorso anno dove i reati legati al ciclo del cemento erano sensibilmente diminuiti (347 infrazioni accertate rispetto alle 375 del 2016 a alle 514 del 2015) nel 2018 registrano un forte incremento, con il 68 per cento in più a livello nazionale. “L’abusivismo edilizio, infatti, è tornato a crescere in maniera esponenziale arrivando a toccare gli stessi numeri di tre anni fa, forse perché, per la prima volta, rientrano nel conteggio anche le infrazioni verbalizzate dai carabinieri per la tutela del lavoro in materia di sicurezza, abusivismo, caporalato e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato”.
“Grazie alla legge sugli ecoreati – conclude Legambiente – sono stati contestati 1108 delitti a livello nazionale, di cui 88 sono i casi di disastro ambientale e più di cento le inchieste di corruzione in materia ambientale. La stessa legge ha permesso di far crollare anche gli incendi boschivi appiccati dalle ecomafie. È invece aumentata l’agromafia con 44795 reati contro il “made in Italy”, con un’impennata di sequestri nell’agroalimentare, cresciuti del 290 per cento.