Dovranno iniziare la prossima settimana i lavori di chiusura del pozzo che alimenta le terme spontanee sulla Cassia Sud. Ma a decidere sulle sorti a di queste storiche “pozze” naturali “serve anche il via libera della Sovrintendenza dei beni culturali”. E’ di questo avviso la società Antiche Terme Romane della famiglia Balletti.
“Ormai quasi non fa più notizia l’annuncio della chiusura delle Masse – scrivono in una nota i rappresentati della società -. Sono molti anni infatti che viene dato per certo l’arrivo delle ruspe e, più recentemente, abbiamo assistito a interventi che dovevano essere definitivi e che invece si sono risolti in un nulla di fatto. Finora l’unica interruzione subita dalla Masse si è verificata quando la Free Time, senza alcuna autorizzazione, ha emunto una quantità di acqua ben oltre il consentito, determinando un prosciugamento temporaneo del pozzo”.
La Antica Terme Romane ha dubbi sulla legittimità dei provvedimenti emessi dal giudice: “Tali provvedimenti sono provvisori e dovrebbero essere emessi solo in presenza di un pericolo imminente ed irreparabile, del quale non ravvisiamo traccia. Ma anche dando per acquisita, e non lo è, la regolarità del provvedimento, è ovvio che i lavori autorizzati dal giudice, e affidati al custode Giancarlo Bruti, debbano necessariamente seguire il normale iter amministrativo. E, quindi, devono ricevere tutte le autorizzazioni necessarie, circostanza questa peraltro garantita dallo stesso giudice in occasione dell’ultima udienza”.
“Da quanto emerge dai recenti articoli di stampa – conclude Antiche Terme – il dottor Bruti sembrerebbe aver accolto una interpretazione normativa, suggeritagli direttamente dalla Free Time, secondo la quale detti lavori non sarebbero soggetti ad autorizzazione della Soprintendenza archeologica, nonostante il duplice vincolo gravante sull’area e nonostante la contiguità di reperti di primario valore, rispetto al luogo di esecuzione delle opere”.