Il sub commissario del Pd, Marco Tolli, si è ricordato del suo ruolo politico in provincia di Viterbo e dopo l’esplosione del caso Minchella, finalmente, batte un colpo. “Provo rispetto e dispiacere – dice in un comunicato mandato ad alcuni organi di comunicazione della città – per la decisione di Martina Minchella di abbandonare il Pd. Notizie apparse sulla stampa parlano di una sua possibile adesione alla Lega di Salvini, ma a questo non voglio credere e immagino che presto arriverà una smentita”.
“Al mio arrivo – continua – ho trovato stanze vuote, debiti e tanti rancori. Quando una comunità arriva a un tale stato di sofferenza, le responsabilità sono di tanti, a partire da chi ha svolto le funzioni di direzione politica nei diversi livelli di partito. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità. Non certo io, che non intendo minimamente prendere parte a una contesa che fin qui ha generato solo macerie. Dobbiamo quindi sentire la responsabilità del momento e ricostruire a tutte le latitudini la nostra presenza. La strada è ancora lunga, perché il Pd deve cambiare molto e assumere pienamente la responsabilità di organizzare un campo largo di forze democratiche in grado di accogliere chi è stato ingannato e chi è pronto a cambiare idea per ridare una speranza al Paese”.
Che dire? Molti nel Pd saranno felici di ritrovare una guida del calibro di Tolli, dato che finora nessuno si era accorto di suoi sforzi in campagna elettorale, né di sue iniziative per la riappacificazione del Pd viterbese. Purtroppo, al di là delle chiacchiere, parlano i dati: il Pd è piombato nell’oblio sia alle europee che alle comunali. Parte del disastro sarà pure dovuto alle “stanze vuote, ai debiti e ai tanti rancori” di cui parla lui, ma molte responsabilità devono ricadere per forza di cose su chi attualmente gestisce il partito. D’altra parte, perché Tolli si sveglia solo ora? Perché, né la mattina del 27 maggio, né la mattina del 10 giugno ha sentito l’esigenza di commentare il drammatico risultato elettorale?