A Civita Castellana Zezza è tornato a chiedere un confronto pubblico con Caprioli. Ma la risposta è stata no. Addirittura, il candidato del Pd viene accusato dalla Lega di “voler avvelenare gli animi e gettare discredito sugli avversari politici solo perché si sente in difficoltà”.
“Un confronto con gli elettori tra me e lui – ha detto Caprioli – già c’è stato e tutti sappiamo come è andata, dobbiamo solo aspettare il prossimo che avverrà il 9 giugno. Quanto al coraggio, se qualcuno lo ha dimostrato, quello credo di essere proprio io quando, provenendo da un ambiente diverso da quello politico, ho deciso di iniziare questo percorso pur sapendo quali enormi difficoltà avrei trovato, considerati i risultati negativi ereditati dell’amministrazione di cui è stato ed è parte integrante. Di questo i cittadini me ne hanno sempre dato atto e ne sono perfettamente consapevoli”.
A Civita Castellana l’eventuale sconfitta di Zezza sarebbe la certificazione del modello panunziano di un Pd, il quale, tutt’altro che una piazza grande come auspicato da Zingaretti, ha preferito irrigidirsi su posizioni ex Ds che hanno portato il partito, con la marginalizzazione dei moderati, fuori da un’ampia area di potenziale consenso. E i risultati sono quelli che abbiamo visto. Non esiste più la roccaforte rosse – come un tempo era chiamata Civita Castellana – ma di questo ci sarà sicuramente da discutere dopo i ballottaggi.