La sanità in provincia di Viterbo fa acqua da tutte le parti. A dirlo è il Sole 24 Ore, che ieri ha pubblicato la classifica delle province italiane calcolata sulla base del cosiddetto Indice della salute. Un parametro, quest’ultimo, ottenuto incrociando 12 indicatori, tra cui il consumo di farmaci, il tasso di mortalità, il numero di medici rispetto alla popolazione residente e soprattutto la migrazione verso strutture sanitarie collocate fuori provincia o addirittura fuori regione.
Viterbo si piazza al 104° posto. Vanno peggio solo Rovigo, Alessandria e Rieti. Quest’ultima è la maglia nera dell’intero sistema sanitario nazionale. Al di là delle precisazioni e delle contestazioni che anche stavolta non mancheranno da parte delle Asl “bastonate” – le quali se la prenderanno sicuramente con i parametri presi in considerazione – il dato la dice lunga su come vanno le cose nella nostra provincia, dove l’aspetto più preoccupante è sempre rappresentato dalla mobilità passiva, ossia della percentuale di pazienti che, non fidandosi dei servizi offerti sul territorio o comunque non potendo accedervi a causa delle liste di attesa estenuanti che devono affrontare, vanno a curarsi in altre città. In questo singolo parametro la Tuscia si piazza al 102° posto. Dietro ha solo Cosenza, Campobasso, Matera, L’Aquila e Isernia. Per quanto riguarda gli altri indicatori siamo invece al 92° posto per tasso di mortalità, all’80° per decessi da tumore, al 100° per aumento della speranza di vita e al 99° per ricettività ospedaliera.
Per dare un’idea più concreta di questo quadro, prendiamo in considerazione appunto la migrazione: la performance migliore la ottiene Bergamo, dove migrano meno di due pazienti ogni cento, a Viterbo scelgono invece di curarsi fuori provincia 25 persone su 100. In questo caso specifico va addirittura meglio di noi Rieti, che pure è maglia nera nella classifica generale. In altri termini, Viterbo, di tutto il Lazio, è la provincia dove si verifica la fuga più consistente di pazienti verso altri ospedali.
La responsabilità di questa situazione sono molteplici. Dalle liste di attesa sempre più lunghe ad una politica di reclutamento del personale fin troppo controversa e motivo di scoraggiamento da parte di molti professionisti: basti pensare agli incarichi affidati a tempo tramite selezioni ad hoc. Dalla carenza di medici e infermieri agli scarsi investimenti sulle strumentazioni. Complessivamente, Viterbo, ultima provincia dell’impero, manca di interventi volti a migliorare la qualità delle prestazioni e a rafforzare la fiducia della popolazione.
Anche questo giornale ha messo in evidenza, sovente, le pecche della sanità locale, parlando ad esempio dei bandi quantomeno discutibili per alcune figure professionali. Coloro ai quali sono state rivolte le critiche hanno fatto sempre orecchie da mercante, accusandoci addirittura di voler sollevare polemiche pretestuose. Bene, crediamo che adesso la classifica del Sole, un ente terzo e neutrale, dovrebbe far riflettere tutte queste persone. E crediamo anche che, alla luce di tutto ciò, il presidente Zingaretti farebbe bene ad approfondire le segnalazioni e le denunce che quotidianamente vengono riportare dagli organi di informazione.