C’era un tempo in cui i “magnoni” (o “forchettoni”) erano quelli della Democrazia cristiana e del Partito socialista. Ad appellarli così era la sinistra dura e pura: i comunisti. Passano gli anni, vanno al governo la Lega e i 5 Stelle e, paradossi della storia, a sedersi a tavola per lauti pranzi e allegri banchetti oggi sono però proprio i comunisti. Quando si dice predicare bene (se si tratta di giudicare gli altri) e razzolare male (se dalle parole si passa ai fatti).
Prendete Massimiliano Smeriglio, vice presidente della Regione fino a poche settimane fa allorché ha lasciato l’incarico per candidarsi, da indipendente, nella lista per le elezioni europee del Partito democratico. Voluto da Zingaretti, il “compagno” Smeriglio, per farsi eleggere nel Parlamento di Strasburgo, sta conducendo una delle campagne elettorali più dispendiose di questa tornata. Manifesti e volantini campeggiano in ogni dove, compresi i pullman del Cotral, ma in particolare impazzano le cene elettorali. Mega abbuffate alla faccia dei democristiani “magnoni” di antica memoria e del rigore che la politica dice a parole di voler perseguire per riconquistare un rapporto positivo con i cittadini.
Anche altri partiti stanno organizzando cene e aperitivi, ma il “compagno” Smeriglio battute tutti. Con lui si siedono tutti a tavola. Un posto non si nega a nessuno. A Viterbo lo sostiene la sinistra del Pd (Panunzi), un’area pure questa appannaggio degli ex comunisti. E meno male che i “magnoni” erano gli altri. Che dire…? Buon appetito a tutti, nella speranza, per loro, che all’esito dei voti che usciranno dalle urne il 26 a sera qualcuno non venga colto da inattese delusioni.